Il rapporto World Energy Investment 2020 dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) prevede che gli investimenti in energia dovrebbero scendere di un quinto dai 1.900 miliardi di dollari del 2019 ai 1.500 miliardi, a seguito dell’enorme impatto economico provocato dal Covid-19.
Le energie rinnovabili dovrebbero vedere un calo degli investimenti del 9,6% (da 311 a 281 miliardi) mentre gli investimenti in efficienza energetica diminuiranno del 12% da 249 a 219 miliardi. Complessivamente, si prevede che gli investimenti in energia pulita possano scendere dell’11% a 567,8 miliardi quest’anno, dai 635,8 miliardi del 2019.
Tuttavia, gli investimenti nell’energia da combustibili fossili dovrebbero contrarsi in misura maggiore. Sempre secondo l’AIE, gli investimenti per il 2020 in petrolio e gas si ridurranno di un terzo rispetto al 2019: di conseguenza, gli investimenti nell’energia pulita dovrebbero vedere crescere la propria quota di mercato nel 2020 dal 33,5% al 37,3%.
Il problema di maggior rilievo per le energie rinnovabili potrebbe scaturire da un calo della domanda di elettricità qualora si protraesse anche dopo la rimozione dei blocchi delle attività: una situazione che, durante il lockdown, ha danneggiato i prezzi all’ingrosso del gas e dell’elettricità.
Fermo restando che, se i prezzi del gas naturale dovessero restare bassi per qualche tempo, potrebbe renderlo più competitivo e, nel tempo, smorzare la domanda di energia eolica e solare. Il carbone e il gas naturale rappresentano infatti, insieme, oltre il 60% della produzione di energia. La convenienza delle energie rinnovabili dipende dai prezzi del gas naturale che, a loro volta, non riflettono l’andamento dei prezzi del petrolio. Hanno infatti dinamiche del mercato diverse anche perché i contratti sul gas tendono a essere negoziati per coprire diversi anni di fornitura.