Concluso il progetto Interreg Italia-Malta Beyond Calypso che ha consentito di estendere l’area di monitoraggio nel canale siculo-maltese

Concluso il progetto Interreg Italia-Malta Beyond Calypso che ha consentito di estendere l’area di monitoraggio nel canale siculo-maltese

Il mar Mediterraneo è uno dei bacini marini più trafficati al mondo, con un intenso traffico di petroliere e navi da carico che trasportano idrocarburi e altre merci. Gli incidenti che possono verificarsi a causa del transito delle imbarcazioni, quali perdite di petrolio, costituiscono un potenziale pericolo per l’ambiente marino-costiero e comportare gravi conseguenze nell’area del Mediterraneo.

Il progetto “Beyond Calypso”, nato come ricerca di capitalizzazione dei precedenti progetti transfrontalieri “Calypso”, “Calypso Follow On” e “Calypso South”, ha sfruttato i risultati raggiunti per potenziare le catene modellistiche di individuazione, tracking e mitigazione degli impatti ambientali derivanti da sversamento di idrocarburi in mare, i cosiddetti “oil spill”.

Inoltre ha consentito di implementare applicazioni integrate per la sicurezza portuale, garantendo così un attivo controllo del canale siculo-maltese.

La natura del progetto Beyond Calypso

Il progetto Beyond Calypso, durato dieci mesi, finanziato nell’ambito del programma Interreg V-A Italia-Malta, ha visto la collaborazione di un partenariato costituito dalle Università di Palermo, Catania e Malta, del CNR IAS di Capo Granitola e delle istituzioni di operative come Arpa Sicilia e Ispra.

In particolar modo nell’estendere le potenzialità del precedente Calypso South, ha avuto come obiettivo quello di migliorare le tecniche di rilevamento degli sversamenti di idrocarburi in mare e di testare e affinare i modelli che descrivono la traiettoria di questi sversamenti una volta individuati.

Beyond Calypso coinvolge tutti i paesi transfrontalieri

Si tratta di un problema che coinvolge tutti i paesi transfrontalieri, visto che uno sversamento, una volta rilasciato segue le correnti e può andare ad impattare sulle acque di un altro paese – ha spiegato il prof. Giuseppe Ciraolo, coordinatore e responsabile del progetto di ricerca Beyond Calypso -. Solo un approccio congiunto può offrire maggiori opportunità di mitigazione degli impatti sull’ecosistema e sul sistema economico delle aree costiere del Mediterraneo. Beyond Calypso ha permesso al partenariato di poter estendere l’applicazione dei modelli ben oltre il canale siculo-maltese, sino alle coste tunisine“.

I partner del progetto, infatti, si sono dotati di particolari boe galleggianti (drifter) che seguono la corrente marina superficiale e descrivono le traiettorie tramite un GPS incorporato e un modem satellitare.

Concluso il progetto Interreg Italia-Malta Beyond Calypso che ha consentito di estendere l’area di monitoraggio nel canale siculo-maltese
Le particolari boe galleggianti (drifter) – Università di Catania

Questa flotta di 20 drifters – ha aggiunto Ciraolo – utilizzata per verificare la precisione dei modelli, ora rimarrà a disposizione degli enti preposti all’intervento in caso di sversamenti accidentali o deliberati di idrocarburi a mare. Lo scopo del progetto è stato anche quello di coinvolgere possibili stakeholder in area westMED, tra i più rappresentativi le Capitanerie di Porto competenti per territorio di Pozzallo, Gela e Licata, la Protezione civile di Ragusa, Transport Malta, Civil Protection Department of Malta, la Lega Navale Italina di Pozzallo e Palermo, e principalmente quelli provenienti dalla Tunisia“.

I partner del progetto di ricerca

A questo esercizio dimostrativo hanno partecipato diverse Capitanerie di Porto siciliane, Transport Malta, la Protezione Civile del Comune di Ragusa e stakeholder della “westMED iniziative” dell’Unione Europea (Malta, Tunisia e Algeria).

Le attività e i dispositivi messi a punto costituiscono nuovi strumenti per contrastare i fenomeni di inquinamento in mare, ma anche per sensibilizzare le comunità e i cittadini sui temi più vasti della protezione dell’Ambiente nell’ottica dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile“, ha concluso il prof. Ciraolo.
Il progresso tecnologico e i risultati della ricerca scientifica, sono messi al servizio della risposta umanitaria nelle situazioni di emergenza, in maniera congiunta, al fine di ridurre i rischi connessi al trasporto marittimo e allo sversamento di idrocarburi e contribuire a proteggere l’ambiente marino-costiero del bacino del Mediterraneo.

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