Una lunga telefonata, quella intercorsa tra il ministro dell’ambiente Sergio Costa e l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima, John Kerry. Telefonata che segue quella dell’ex segretario di Stato all’omologo inglese. Urgenza dell’azione climatica, massima collaborazione tra i due Paesi, e importanza del ritorno degli Stati Uniti sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, a partire dal rientro nell’accordo di Parigi: questo, in sintesi, il  contenuto dell’incontro telefonico.

Kerry si è detto disposto ad affiancare i paesi organizzatori della Cop 26 (Italia e Regno Unito) perché si tratta di una battaglia non più differibile. Il ministro Costa ha sottolineato che “in questi anni si è sentita la mancanza degli Stati Uniti su questo fronte” e che “la Cop 26 non dovrà essere interlocutoria ma rappresentare una pietra miliare nella storia, portando tutti i Paesi del Pianeta verso un cambio di paradigma. Gli Stati Uniti con il loro peso determinante – ha detto il Ministro – ci aiuteranno nel dialogo sia con i paesi più vulnerabili, con i piccoli Stati insulari, con quelli più ricchi e che hanno maggiori responsabilità nell’emissione di gas climalteranti. In questo il ruolo di John Kerry sarà fondamentale, anche per la sua storia personale”, ha concluso, incassando la piena disponibilità dell’inviato speciale Usa, il quale ha sottolineato che farà di tutto per rispondere alle aspettative verso il nuovo orientamento dell’amministrazione Biden e per affiancare Italia e Regno Unito nell’accompagnare i Paesi più recalcitranti su posizioni ambiziose e in prima linea in questa battaglia epocale.

Sul cambio di rotta da parte del neopresidente degli Stati Uniti sul piano climatico il ministro ha poi aggiunto: “Il rientro degli Usa negli accordi di Parigi, annunciato dal presidente Biden nel giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, è un’ottima notizia, che ci riempie di gioia e speranza così come la volontà del neopresidente di convocare un summit sul clima con i leader delle maggiori economie durante i suoi primi 100 giorni“.

Porre la questione climatica al centro dell’azione politica è un passo fondamentale per il contrasto ai cambiamenti climatici – conclude il Ministro – e per la costruzione di un modello di sviluppo diverso, capace di coniugare crescita economica e sostenibilità. Tutti i Paesi del mondo devono essere uniti contro la crisi climatica, e poter avere nuovamente accanto in questo percorso un alleato fondamentale come gli Stati Uniti fa ben sperare che riusciremo a mantenere gli impegni presi, a vincere la sfida di lasciare in eredità ai nostri figli un pianeta migliore e una società più giusta“.