Dal 2013 al 2019 il danno economico per l’Italia provocato da alluvioni e frane, eventi estremi intensificati dal riscaldamento globale, è stato pari a 20,3 miliardi di euro, per una media di quasi 3 miliardi ogni anno. È quanto emerge da uno studio effettuato da Greenpeace Italia sugli eventi meteo estremi, scientificamente collegati alla crisi climatica, “per cui è possibile ricostruire in modo completo e affidabile il flusso di denaro”.

In Italia oltre il 90% dei comuni è a rischio frane o alluvioni. Un pericolo che incombe nel complesso su 7,5 milioni di cittadini, come spiega a Greenpeace Daniele Spizzichino, ingegnere del Dipartimento per il servizio geologico di Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale).

Nel ricordare che “ormai sempre più spesso anche nel nostro Paese, la crisi climatica in corso rende più intensi e frequenti fenomeni come alluvioni, frane, incendi o siccità”, Federico Spadini, della campagna Clima di Greenpeace Italia spiega che “oltre a causare decine di vittime” questi eventi “hanno cospicui impatti anche a livello economico”.

Fenomeni come alluvioni e frane sono strettamente collegati alla crisi climatica, causata dall’azione del genere umano, ricorda l’associazione ambientalista. Grandi quantità di pioggia cadono “in un lasso di tempo sempre minore, con effetti devastanti in un Paese con una media di consumo di suolo ben al di sopra di quella europea”, ha detto a Greenpeace Paola Salvati, ricercatrice dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr.

Dallo studio di Greenpeace emerge inoltre che dal 2013 al 2019 soltanto il 10% dei danni causati da alluvioni e frane è stato risarcito dallo Stato alle Regioni. In Italia, “in sette anni i soldi impiegati in prevenzione sono stati pari a 2,1 miliardi di euro, appena un decimo dei danni stimati”. Ma bisogna “agire alla radice del problema, riducendo rapidamente fino ad azzerare le emissioni di gas serra, per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, conclude Spadini osservando che è “una strada che questo governo, nonostante gli annunci, non sembra aver intrapreso”.