Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche italiane operanti anche all’estero, ha investito nella transizione energetica. 23 miliardi di euro entro il 2030 sono destinati a trasformare l’azienda da “società di infrastrutture del gas” a “società di infrastrutture energetiche e green”: un passo epocale annunciato alla presentazione del piano strategico 2021-2025 sviluppato in ottica della “Visione 2030”. 

Obiettivi primari:

I primi investimenti, circa 8,1 miliardi di euro, sono fissati per gli anni 2021-2025 e prevedono il rinnovo dei settori trasporto e stoccaggio e lo sviluppo di progetti greem basati su idrogeno e metano. Il resto, per il quale è prevista una crescita annua media del margine operativo lordo tra il 6% e ‘8%, sarà investito entro il 2030. In particolare Snam si propone di installare la prima rete a idrogeno di 2700 km da sud a nord in Italia e di rendere l’Italia un “hub mediterraneo verso l’Europa”. Nei siti Snam è possibile stoccare idrogeno al 100% e per questo essa si augura di realizzare una piattaforma internazionale di stoccaggio di energia pulita per tutta l’Europa. La società punta a divenire «un’azienda di infrastrutture “multi-commodity”» afferma il suo amministratore delegato Marco Alverà.

Ambizioni più grandi dell’Onu:

Snam vorrebbe diminuire le emissioni di metano del 55% rispetto al 2015 entro il 2025, un’ambizione maggiore rispetto a quella europea Onu del 45%. A questo si aggiunge la decisione della società di rendere il suo settore finanziario sostenibile, cioè più etico e che punti a investimenti a lungo termine nella sostenibilità: così la finanza della società è entrata nella visione “ESG Scorecard”. In quest’ottica si guarda agli investimenti non solo al fine di trarne profitto economico, ma anche e soprattutto di tenere conto del livello di sostenibilità dei progetti in cui si investe. ESG indica Environment-Social-Governance: un approccio olistico nei confronti dell’ambiente che coinvolge i dipendenti e punta a un’amministrazione trasparente.