Il cammino verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) da raggiungere entro il 2030 aveva fatto progressi dalla sua istituzione (2015) a oggi: il 2020 però ha costituito un anno di freno. Per la prima volta a causa della pandemia l’Sdg Index non ha registrato progressi, ma lievi regressi sui livelli di sostenibilità e soddisfazione della vita.  Emerge infatti un abbassamento dell’indice relativamente all’aspettativa di vita, alla povertà e alla disoccupazione, tre aspetti legati alla pandemia.

Immagine tratta dall’SdG Index

Effetto della pandemia:

Il dilagare del Covid-19 ha generato la necessità di accelerare i progressi in materia di sanità a livello mondiale e di migliorare l’accesso alle infrastrutture, soprattutto a quelle digitali, che sono diventate essenziali strumenti di lavoro e non solo. Sono soprattutto i Paesi meno sviluppati a essere più insoddisfatti, abbassando il livello dell’Indice suddetto. Senza allontanarsi troppo dai confini europei, Albania, Repubblica della Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia e Bosnia Erzegovina, candidati a entrare nell’Unione Europea, hanno registrato performance al di sotto dei livelli UE, benché prima della pandemia stessero facendo progressi. 

Settori da migliorare:

Ad aver raggiunto la cima dell’Indice di Sviluppo è stata la Finlandia, poco colpita dalla pandemia. Seguono altri due Paesi dell’Europa del Nord quali Svezia e Danimarca. L’Europa tutta, e non solo, si trova a dover migliorare molti settori per raggiungere gli obiettivi del 2030: dieta e alimentazione, agricoltura sostenibile, clima, biodiversità, standard di vita equi e pari in ogni parte. Lo rivelano Sustainable Development Solutions Network (SDSN), SDSN Europe e Institute for European Environmental Policy (IEEP), che hanno elaborato il terzo Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile 2021.