«Possibili interruzioni di forniture di gas dalla Russia? Nel breve termine, grazie all’atteso miglioramento delle condizioni climatiche, si stima una riduzione della domanda per uso civile di circa 40 milioni di metri cubi al giorno. Una completa interruzione dei flussi dalla Russia in questo momento non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna, eventuali picchi di domanda possono essere assorbiti modulando volumi e stoccaggio. Problemi per assicurare tutta la fornitura ai consumatori potrebbero avvenire solo in caso di un picco inatteso di freddo eccezionale». Lo ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di una informativa alla Camera sul caro carburanti. «Nel medio termine è necessario riempire gli stoccaggi al 90%. L’attivazione con successo delle misure attivate nel breve e medio periodo serve a controbilanciare i prezzi elevati», ha aggiunto.

Prezzi fissi:

Inoltre domenica sera, ospite della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, il ministro a proposito del caro carburanti ha detto: «La grande speculazione parte dal gas, nei nostri gasdotti abbiamo una quantità leggermente superiore di quella di un anno fa. Un anno fa per gli stoccaggi si pagavano 2 miliardi, oggi 10. E’ un problema globale, dobbiamo capire come funziona il mercato e fare dei correttivi, abbiamo proposto il prezzo unico europeo per il gas. Se si riuscirà ad avere? La Commissione dovrà fare una sintesi e trovare un compromesso. Molti paesi sono convinti che serva un price cap, ci sono dei blocchi, è già importante che Draghi sia riuscito a farlo mettere nel documento finale giovedì scorso».

Le risorse dell’Italia:

Quindi, nel caso d’interruzione di forniture di gas dalla Russia «nel lungo termine, per il prossimo inverno, sarebbe necessario sostituire completamente i circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo con altre fonti e per i prossimi due anni sarebbe complesso. Nel corso delle ultime settimane il governo si è attivato per incrementare misure anche con altri paesi produttori», ha spiegato Cingolani. «Negli ultimi 20 anni la produzione di gas naturale nazionale si è ridotta, si è passati da 15 miliardi di metri cubi del 2001 a 3 miliardi di metri cubi nel 2021. Siamo quasi diventati totalmente dipendenti dalle importazioni», ha osservato. «Il vantaggio dell’Italia è che abbiamo 5 gasdotti quindi per noi è più facile diversificare rispetto ad altri paesi – ha spiegato Cingolani -. Stiamo lavorando per due nuovi rigassificatori, saranno navi galleggianti, e aumentare le riserve dal blocco del sud Africa, l’unica vera emergenza può essere per il prossimo inverno, per questi mesi abbiamo le riserve, però dobbiamo fare stoccaggi il prima possibile. Nel frattempo abbiamo accelerato le rinnovabili». Ecco perchè è stato dato «ufficialmente a Snam l’indirizzo per la negoziazione all’acquisto di una Fsru, l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione e per il noleggio di un’altra».