Quando nel 2010, già ingegnere ambientale e neo dottore di ricerca in sistemi energetici, mi occupavo di divulgazione scientifica sui cam- biamenti climatici non riscuotevo molto interesse tra gli uditori.

Oggi a distanza di anni, la crisi energetica globale, ha riportato in auge le parole risparmio energetico, efficienza energetica, energia.
Sin dal mio ingresso nel mondo del lavoro ho potuto verificare che la parola “energia” era assente nel dibattito politico italiano e nel dibattito quotidiano della popolazione.

Mi sono battuto molto per l’affermazione della figura dell’Energy Manager sia nella PA che nelle imprese.
Gli Energy Manager e gli Esperti in Gestione dell’Energia hanno passato anni duri e si sono sentiti quasi invisibili rispetto all’alta dirigenza delle aziende e agli amministratori locali delle pubbliche amministrazioni.

Ci è voluta prima una pandemia e poi una guerra per capire che l’accesso all’energia rap- presenta la qualità della vita di ogni cittadino.
Oggi finalmente quando mi presento di fronte un’aula, gli uditori sono veramente interessati alle tematiche dei cambiamenti climatici e del risparmio energetico soprattutto legato alla possibilità di abbassare la bolletta.

Cosa ci è voluto?

Un’alluvione che ha sommerso la città per l’ennesima volta arrecando numerosi danni alle attività economiche, una bolletta triplica- ta con un costo dell’energia elettrica che si è attestato a 0,70 €/kWh.
Tutti chiaramente si aspettano che l’energy manager con una bacchetta magica riduca la spesa energetica.

Ho imparato a capire che viviamo in un mondo complesso governato da sistemi complessi e che la ricerca della soluzione ai problemi non può avere un approccio semplificato.

La grave situazione in cui ci troviamo è figlia di una mancata pianificazione passata e di una mancata vision della classe politica italiana.
Come sempre riusciamo a farci trovare impreparati di fronte a qualche evento che prima avevamo considerato di impossibile realizzazione.

Eppure è arrivata la pandemia, la guerra, i cambiamenti climatici.

In questi giorni, mentre la guerra in Ucraina continua e la pandemia stenta a tramutarsi in endemia, l’Europa cerca di correre ai ripari con interventi urgenti per limitare i danni:

•Acquisto in comune di gas per negoziare prezzi migliori;

• Proporre un prezzo di riferimento per il GNL;

• Nuove norme di solidarietà tra Stati membri;

Dopo la pandemia oggi ci riscopriamo vulne- rabili all’indipendenza energetica non abbiamo un piano strategico e soprattutto ci manca una visione.

Ma dalle crisi nascono sempre le opportunità e i cambiamenti quindi voglio essere fiducioso e ottimista e mi auguro che passi la pandemia finisca la guerra e che tutti gli eventi vissuti negli ultimi anni possano servire a costruire un futuro sostenibile all’insegna della collaborazione tra popoli e della condivisione di risorse. I temi trattati in questo numero riguardano le sfide future delle comunità energetiche e le sfide ormai passate della questione della gestione integrata dei rifiuti, settore in cui ancora una volta abbiamo dimostrato di non essere all’altezza.

Tra passato e futuro vi auguro una buona lettura.

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