La manifestazione Progetto Comfort 2018 che si è svolta a Catania dal 12 al 14 aprile, un punto di riferimento sempre più importate nel panorama nazionale, è stata l’occasione per poter elaborare nuove idee di sviluppo per l’Energia e l’Ambiente, ma anche per mettere a confronto stakeholder, tecnici e professionisti dei diversi settori sulle azioni più efficienti e innovative in tema di sostenibilità energetica, salvaguardia dell’ambiente e promozione della circular economy.

Tra i componenti del Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione, presieduto dall’ing. Salvo Cocina incontriamo il vicepresidente nazionale dell’Associazione Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio prof. Giuseppe Mancini.

Tema tra i più dibattuti è stato certamente quello legato all’emergenza rifiuti in Sicilia che dura dal 1996. Uno stato di inerzia totale che ha creato numerose emergenze ambientali e che è ancora fortemente condizionato dagli scarsi risultati sulla raccolta differenziata nelle grandi metropoli dove appare molto più difficile rispettare semplici regole che consentirebbero di vivere meglio e di rispettare l’ambiente.

Se da una parte è accertato che i veri protagonisti di questo cambiamento culturale sono proprio i cittadini, dall’altra sembra sempre più difficile responsabilizzare la collettività in questi grandi centri dove tendono a prevalere il disinteresse verso il pubblico ed un egoismo tolemaico che previene qualunque concetto di bene comune.

Giuseppe Mancini analizza il fenomeno dell’emergenza rifiuti, riconoscendo i meriti all’ufficio speciale per la raccolta differenziata della Regione siciliana, giudicata migliore amministrazione italiana vincitrice della Settimana Europea per la Riduzione del Rifiuti SERR 2017, che ha giustamente puntato inizialmente sui piccoli-medi piccoli comuni come oltre 10 anni è richiesto a gran voce da AIAT-Sicilia.

“A capo di questo ufficio c’è l’ingegnere Salvo Cocina che sta facendo uno straordinario lavoro- afferma Mancini e continua- i sindaci sono tutti con lui e questo rappresenta un tassello importante per un vero cambio di paradigma in Sicilia”.

Il vicepresidente Aiat, da esperto della materia, lancia però un messaggio importante per poter fronteggiare le attuali ma soprattutto future problematiche: “Bisogna analizzare bene il fenomeno, guardare il problema a 360 gradi e tener conto di tutti i flussi di rifiuti come gli scarti che derivano dai processi di selezione di quanto raccolto con la differenziata, che costituiscono il 15-20% del totale e che devono trovare una gestione opportunamente pianificata, ambientalmente ed economicamente sostenibile. ”Il rischio -o meglio la certezza- è che anche raggiungendo il 65% di RD, auspicabilmente in 5 anni  ci troveremmo comunque  a dovere spedire all’estero il 50% dei nostri rifiuti, somma appunto del rimanente 35% e degli scarti e questo creerebbe una perdita economica ingente per la regione ma anche tutti i rischi di un sistema dipendente da soggetti terzi fuori Sicilia”.

Nel caso infatti di spedizione di rifiuti all’estero qualunque Stato o Regione potrebbe improvvisamente chiudere i cancelli mettendo ancora una volta la nostra terra in serie difficoltà.

Una condizione quindi da non sottovalutare per non diventare molto vulnerabili.

“La possibilità di migliorare è tanta- conclude l’ingegnere Mancini- ma per fare questo serve impegno e continuo lavoro di squadra evitando stupidi antagonismi e sterili protagonismi che servono solo a produrre inutile carta stampata da dover poi riciclare e pagine facebook che durano –nei fatti – meno di un istante “.