Uno dei maggiori vantaggi nell’adozione del 5G è la consapevolezza, sin dalla realizzazione di reti e infrastrutture, di dover “pesare” meno sul pianeta, attraverso l’implementazione di meccanismi di efficienza calibrati. Basti pensare che il grosso delle antenne sul territorio italiano è stata installata su torri già presenti, senza necessità di innalzarne delle altre. Una presa di coscienza che si fonda sulla necessità di considerare come progresso tecnologico non solo uno scenario che permetta di utilizzare meglio e più velocemente internet ma che, in base al contesto a cui si relaziona, si integri in misura maggiore con l’ambiente circostante. Un’integrazione che va di pari passo con i livelli di consumo energetico che spesso si tirano in ballo quando si parla di 5G. A questo proposito, le innovazioni sono sostanziali e documentate: ogni passaggio da una generazione di rete mobile ad un’altra ha comportato un guadagno di almeno dieci volte in termini di efficienza energetica, secondo uno studio della NGMN Alliance.

Un importante passo avanti fatto dal 5G riguarda l’implementazione di antenne chiamate Massive Multiple-Input Multiple-Output (Massive MIMO). Queste trasmettono il segnale solo nella direzione dello smartphone comunicante, piuttosto che su una vasta area, come fanno comunemente quelle usate nel 4G.

La funzione aumenta in modo significativo la capacità di dati erogata da un’antenna, utilizzando contemporaneamente più bande, ciascuna in grado di riutilizzare le frequenze della cella. Le antenne MIMO concentrano gli amplificatori di potenza (la cui efficienza è stata migliorata rispetto al 4G) combinando elementi radianti, elettronica analogica e una parte digitale dedicata alle funzioni di gestione del raggio. Di fatto, il 5G apre ad una serie di opzioni interessanti per impattare meno sull’ambiente. Lo standard permette infatti di creare fasce orarie dove il traffico di comunicazione è minimo, al fine di attivare una sorta di modalità di sospensione, che porti maggiore efficienza energetica. Un primo livello, già attivo per il 4G, prevede lo spegnimento dell’amplificatore di potenza, per una riduzione del 20% del consumo di energia. Il 5G sarà in grado di salire al livello 3, con un risparmio energetico di circa il 50%.

Con il lancio di 5G, conoscere lo stato di tutte le apparecchiature aiuta a pianificare e gestire le proprie reti in modo molto più efficace. Lo standard di ultima generazione è il primo capace di autodeterminare il proprio funzionamento, grazie all’intelligenza artificiale. Una gestione più intelligente consente di ottenere informazioni continue su disponibilità, capacità, prestazioni e stabilità della rete, oltre che consumo di energia. Ciò è reso possibile da routine avanzate che sfruttano l’apprendimento automatico, l’automazione e l’analisi predittiva, estrapolando dati di valore dalle operazioni delle antenne, dall’occupazione della banda e dal flusso di connessioni in ingresso. La realtà è che il consumo complessivo di energia da parte dell’industria delle telecomunicazioni deve diminuire. Secondo le statistiche della GSMA, il settore è responsabile di una forbice tra il 2% e il 3% dell’energia prodotta a livello globale. Le telco sono chiamate in causa in maniera diretta e l’evoluzione al 5G è un’opportunità per farle assumere un’impronta più verde e sostenibile. Nei giorni scorsi il presidente Conte si è espresso sul tema, affermando l’importanza di una rete unica nazionale e delle sinergie strategiche con gli Stati Uniti e gli altri paesi europei.

(Ansa)