Proroga per tutti i bonus edilizi, ma nel disegno di legge di bilancio 2021 non c’è spazio per il più importante e promettente di tutti, il Superbonus del 110% per l’efficientamento energetico e la sicurezza sismica di abitazioni e condomini.

La motivazione ufficiale, che arriva dal Mef, per la mancata proroga è nota: il credito di imposta è già attivo fino al 31 dicembre 2021 e la proroga sarà finanziata con il Recovery Plan. Lo ha più volte detto il ministro Roberto Gualtieri. Stime del ministero dello Sviluppo economico sostengono che servirebbero 30 miliardi del Recovery per prorogare la misura per un altro triennio, come lo stesso Mise ha indicato nelle sue proposte.

Ma dietro la motivazione ufficiale si è consumato nelle ore della messa a punto del testo uno scontro furioso dentro il governo: da una parte chi – come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, padre dell’incentivo, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e una larga parte del Pd – avrebbe voluto dare certezza immediata alle imprese, ai proprietari, ai condomini almeno con una proroga fino alla fine 2022, per poi agganciare i fondi del Recovery senza rischi di vuoti; dall’altra parte, il Mef che ha ritenuto bisognasse attendere i fondi Ue o almeno capire – prima di varare una proroga finanziata con risorse nazionali – se le anticipazioni dei fondi di Next Generation Eu arriveranno in tempo per saldare le due operazioni, nazionale ed europea.

Lo sconcerto nella maggioranza nasce dal fatto che sulla proroga del Superbonus – una delle poche misure espansive – sono d’accordo tutte le forze politiche di governo (e d’opposizione). La necessità della proroga è stata ribadita all’unanimità in tutte le discussioni e risoluzioni parlamentari delle ultime settimane, dalla Nadef al Recovery. Anche le imprese (come l’Ance) da settimane vanno ripetendo la necessità di dare continuità alla misura oltre l’orizzonte annuale per consentire alle famiglie di fare una programmazione degli interventi.

Gualtieri ha detto di essere favorevole alla proroga, ma il Mef ha ritenuto che in questo momento di grande incertezza sull’evoluzione della pandemia e dei conseguenti aiuti all’ec0nomia, non fosse prudente vincolare risorse nazionali per una proroga che può essere disposta all’arrivo dei fondi Ue o, se questi non fossero disponibili in tempi rapidi, con una norma da varare in largo anticipo rispetto alla scadenza di giugno.