Il Recovery Fund è “un’occasione unica” che, se sfruttata al meglio, permetterà all’Italia di diventare un paese leader tra 10 anni. Ma per raggiungere questi obiettivi si dovrà compiere una transizione non solo ecologica ma anche burocratica. E oltre a garantire una semplificazione delle norme bisognerà puntare sul potenziale dei giovani.

I neo ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani e per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao hanno colto l’occasione della presentazione del Rapporto e delle proposte dell’Asvis sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per dettare ricette e priorità per sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund.

Il rapporto di Asvis ha messo in luce le criticità del Piano, avanzando anche proposte. Il presidente dell’Alleanza, Pierluigi Stefanini, ha osservato che gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 rappresentano un quadro di riferimento fondamentale affinché il programma risulti sistemico e coerente, in linea con il nuovo corso delle politiche europee e, in particolare, del Next Generation EU. Anche perché il rapporto punta il dito sulla mancanza di un’indicazione sulle priorità delle riforme necessarie e il richiamo sistematico alle raccomandazioni del Semestre europeo 2019 e 2020 oltre che sull’assenza di un allineamento ai nuovi target climatici europei.

Ad aprire i lavori della giornata è stato il presidente della Camera Roberto Fico, che ha ricordato che siamo tutti chiamati, a partire da Parlamento e Governo, “a utilizzare al meglio il nuovo assetto istituzionale per fare un salto di qualità decisivo verso un cambiamento del nostro modello di sviluppo in senso economicamente e socialmente sostenibile“. Ed ha assicurato che si tratta di “un impegno, anzi una vera e propria missione“.

Mentre dal Senato in audizione il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese ha sottolineato che “servono innesti al vertice dell’Amministrazione” di persone scelte sulla base delle competenze ricordando che “il grande meridionalista Guido Dorso che faceva riferimento a 100 uomini di acciaio“, Cingolani dalla platea streaming dell’Asvis gli ha fatto eco sottolineando che “serve una transizione ecologica ma anche una transizione burocratica: servono regole per operare in modo efficace ed efficiente“. Perché, ha spiegato, “se abbiamo idee fantastiche ma non gli strumenti che ci consentono di realizzarle, tutto può essere vano“.

Secondo il ministro l’Italia deve pensare al proprio futuro come Paese, sfruttando al meglio l’occasione che ci viene presentata con il Recovery con giusto equilibrio tra istanze diverse. Le scelte di oggi, ha aggiunto, devono permettere all’Italia “di essere leader nel mondo tra 10 anni” e “cambieranno il futuro delle giovani generazioni non di domani, ma già di oggi“. Si tratta delle stesse generazioni alle quali ha dato tanto peso il ministro Colao nel suo intervento.

Non ci sarà vera transizione digitale e probabilmente neanche ecologica se non leghiamo la questione tecnologica a quella giovanile“, ha assicurato Colao secondo il quale comunque “la cosa più importante è fare, dobbiamo avere un piano, lo avremo di sicuro, dobbiamo avere le risorse, sono a disposizione, verranno allocate e discuteremo come farlo, ma la cosa più importante è accettare di cambiare, di semplificare e di accelerare le riforme“.

Della priorità giovani ha parlato anche la Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo Irene Tinagli: “Dobbiamo mettere in campo misure che ci aiutino a creare la crescita e a dare ai giovani gli strumenti e a non restare schiacciati dal debito che dovremo creare per finanziare gli interventi di oggi“, mentre la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti ha messo in luce l’importanza della parità di genere quale “elemento necessario per lo sviluppo sostenibile“.

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