I progetti per lo stoccaggio di energia potrebbero attirare investimenti fino a 277 miliardi di dollari fra il 2020 e il 2050, grazie al costo in diminuzione delle batterie, che li rende più competitivi rispetto alla costruzione di nuovi elettrodotti. Lo scrive il sito Bloomberg New Energy Finance.

Le batterie servono a compensare le oscillazioni di rendimento delle fonti rinnovabili: accumulano corrente quando ci sono sole e vento, e la rilasciano quando non ci sono. In questo modo rendono efficienti i piccoli impianti eolici o fotovoltaici, casalinghi o di comunità. La corrente può essere prodotta sul posto, mitigando la congestione della rete ed evitando la costruzione di nuovi elettrodotti.

Secondo Bloomberg New Energy Finance, i costi delle reti di distribuzione cresceranno o resteranno stabili, mentre il costo di una batteria da 4 ore a ioni di litio crollerà del 68% nel 2050, fino a 104 dollari per kilowattora, dai 320 dollari per kilowattora del 2020. Di conseguenza, nei prossimi anni diventerà più conveniente investire nella produzione di batterie di stoccaggio per la produzione diffusa, piuttosto che in elettrodotti al servizio delle grandi centrali.

Gli operatori delle reti stanno già proponendo alternative con le batterie. La Germania progetta di spendere 348 milioni di euro nel suo progetto Netxbooster e la Francia conta di spendere 80 milioni di euro sul progetto RINGO. L’uso delle batterie è ancora all’inizio. Potrebbero volerci due decenni perché il mercato cresca fino a 10 miliardi all’anno. Per accelerare la crescita, l’industria dello stoccaggio secondo Bloomberg ha bisogno di strutture regolatorie che chiariscano chi può detenere gli impianti e che ricompensino i proprietari delle reti perché riducono le spese in conto capitale.