Un nuovo rapporto della coalizione Fossil Free Politics, promossa anche da Greenpeace International, denuncia come “l’industria dei combustibili fossili abbia cercato di mettere le mani sui fondi europei per la ripresa economica, che dovrebbero servire a finanziare la transizione ecologica, per promuovere false soluzioni come l’idrogeno ricavato dal gas fossile“.
“Nel nostro Paese – scrive Greenpeace in un comunicato –, le pressioni esercitate sul governo dall’industria dei combustibili fossili erano riuscite a quadruplicare gli investimenti destinati all’idrogeno, lievitati da uno a quattro miliardi di euro attraverso l’inclusione nel PNRR dell’idrogeno blu, che a differenza dell’idrogeno verde è ricavato dal gas fossile.
Questo tentativo di promuovere una falsa soluzione come l’idrogeno è stato sventato solo in parte dall’intervento della Commissione Europea, che nell’ultima versione del PNRR ha imposto una riduzione dei finanziamenti all’idrogeno e stabilito che questi dovranno essere limitati all’idrogeno verde. Ma resta il rischio concreto che progetti analoghi possano essere comunque finanziati con altri fondi europei“.
“Il rapporto documenta come da febbraio a oggi la lobby dei combustibili fossili abbia goduto di una corsia preferenziale presso il Ministero della Transizione Ecologica, con una media di tre incontri a settimana – scrive ancora Greenpeace –. La parte del leone è stata fatta da Eni, seguita da Snam ed Enel, che da soli hanno partecipato alla metà degli incontri. Lo stesso ministro Roberto Cingolani è stato presente a venti incontri, oltre a partecipare a un webinar sull’idrogeno organizzato dall’industria dei combustibili fossili. L’attività di lobby si è estesa a una dozzina di audizioni parlamentari“.
“Sebbene l’intervento della Commissione Europea abbia evitato che i soldi del Recovery Fund fossero usati per finanziare le false soluzioni di Eni, il PNRR italiano dedica all’idrogeno e al biogas più denaro di quanto stanziato per migliorare le nostre unità di terapia intensiva e rinnovare le attrezzature ospedaliere“, dichiara Luca Iacoboni di Greenpeace Italia.