Meno gas, più vento e sole: l’energia eolica e solare è più redditizia di quella a combustibili fossili

Aumento della richiesta, chiusura di giacimenti, astuzie commerciali della Russia: di fronte al rincaro del prezzo del gas, che dall’1 ottobre pesa il 14,4% in più rispetto a inizio anno, la soluzione migliore sarebbe quella di sfruttarlo il meno possibile. Carbon Tracker Initiativethink tank no profit nata a Londra nel 2009, ha elaborato delle stime sulle variazioni di mercato che l’abbandono del gas a favore delle energie rinnovabili nelle industrie comporterebbe. Il report, non a caso, è intitolato “Put Gas on Standby”, “Metti il gas da parte”. 

Centrali a gas in perdita

L’aumento del prezzo del gas ha già portato in rosso molte aziende europee e americane, che ancor prima del rincaro stavano affrontando le conseguenze della competitività di chi sfrutta fonti a basse emissioni di carbonio. Stando al report di Carbon Tracker, già il 22% delle centrali elettriche a gas europee e il 31% di quelle americane sono in perdita: numeri destinati a crescere se i prezzi di gas e carburante continueranno a salire. Le oscillazioni imprevedibili dei costi rendono vulnerabile qualsiasi produzione sia basata su energia elettrica a gas. 

Nuovi impianti solari ed eolici

Per far fronte al problema, bisognerebbe sfruttare fonti energetiche alternative dal costo minore e dalla disponibilità maggiore: è il caso dell’energia eolica e solare, compatibile anche con la missione zero emissioni entro il 2050. Carbon Tracker ha stimato che l’installazione di centrali eoliche e solari sarebbe già un vantaggio per gli investitori: la gestione di un impianto a gas è più costosa rispetto a quella di uno a energia solare o eolica on shore, il cui costo è destinato a scendere entro il 2030 grazie a incentivi vari e a all’indipendenza dalle variazioni del prezzo del gas. 

Gas solo di riserva

È stato calcolato che rispettivamente negli Stati Uniti e in Europa sono a rischio circa 24 e 3,7 miliardi di dollari di investimenti in impianti a gas, poiché negli anni di funzionamento non sarebbero in grado di recuperare l’investimento iniziale. Il gas, benché continui ad avere un ruolo importante nella transizione energetica, non è più redditizio. Si potrebbe ricorrere a esso solo come riserva inattiva in caso di necessità, non per forniture quotidiane. Per queste l’energia rinnovabile con capacità di accumulo della batteria sarebbe già una fonte di alimentazione sufficiente. 

Italia modello di energia rinnovabile

L’Italia ha la massima capacità di generazione di energia elettrica a gas in Europa, con quasi 42 gw di potenza installata. Questo significa che le centrali elettriche a gas rappresentano la metà della fornitura elettrica italiana. La nazione però annovera anche grandi centrali di energia rinnovabile, con una produzione di 59,2 gw e un sesto posto in scala globale nell’accumulo di energia solare. Dato che gli incentivi vanno in direzione dell’energia sostenibile, come sostenuto più volte dal ministro Cingolani, i numeri sulle fonti rinnovabili sono destinati a crescere, alimentando il risparmio e riducendo le emissioni. 

LCOE: Levelized cost of electricity (costo tutto compreso di generazione elettrica, inclusi quello del combustibile e della CO2 e le spese di operatività e manutenzione);
LRMC: Long-run marginal cost (costo marginale sul lungo periodo).
Il valore LCOE del nuovo fotovoltaico in Italia è meno della metà del costo marginale sul lungo periodo degli impianti a gas esistenti (LMRC).
Mentre il valore LCOE del nuovo eolico su terraferma è del 27% più basso del costo marginale delle centrali a gas in esercizio.