31 anni, ingegnere ambientale e consulente di turismo sostenibile, molto social e impegnata a stimolare gli altri a un cambiamento positivo per il pianeta: questo e molto altro è Teresa Agovino, che ama definirsi “artigiana della sostenibilità per vocazione”.

Ingegneria ambientale:

«Ho preso il diploma al liceo classico, dove con positiva sorpresa ho sentito parlare di energie rinnovabili. Da lì la scelta: filosofia o ingegneria ambientale? Sembrerebbero due campi distantissimi, ma in realtà non lo sono» racconta Teresa parlando di sé. Emerge dalla sua carriera che alla fine la scelta è stata Ingegneria ambientale: «Inizialmente l’ho fatto per avere uno sbocco lavorativo più sicuro, ma poi ho capito che la mia strada era davvero quella: cercare di ottenere da un corretto uso della natura il soddisfacimento dei nostri fabbisogni».

Esperienze di turismo sostenibile:

L’aspetto tecnico di ingegnere ambientale e la volontà di mettersi al servizio degli altri caratterizzano la dottoressa Agovino: «Durante la mia carriera universitaria sono stata in Spagna per degli studi sulla potabilizzazione dell’acqua. Lì ho capito che dovevo mettere in pratica la teoria e andare nei Paesi del Sud del mondo». Nascono così progetti come la potabilizzazione del Lago Titiaca e la gestione dei rifiuti solidi urbani in Perù, la cooperazione internazionale con varie ONG per aiutare i villaggi remoti a svilupparsi. Andando sul campo e toccando con mano le potenzialità dei Paesi in via di sviluppo, Teresa ha sentito bisogno di fare ancora di più: «Trascorrendo mesi in quelle zone, ho notato che lì l’impatto del turismo è più grande di quanto possiamo pensare. Per questo cerco di renderlo sostenibile». Ridurre i consumi e gli impatti del turismo sul pianeta, introdurre le strutture turistiche in un mercato in espansione, tutelare l’ambiente e dare impiego alla forza lavoro locale: sono solo alcuni degli aspetti positivi di una certificazione internazionale di sostenibilità. «Io sono auditor internazionale e certifico la sostenibilità delle realtà turistiche secondo gli standard del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’unica organizzazione riconosciuta dalle Nazioni Unite (ONU). In questo modo concilio la mia passione per i viaggi e la cooperazione con l’aspetto tecnico di ingegnere ambientale».   

Faroo, la start up per il turismo sostenibile:

Per rendere più semplice il conseguimento della certificazione di sostenibilità e democratizzare il turismo sostenibile, Teresa Agovino ha sviluppato una start-up per il momento rivolta solo alle aziende. «Faroo è un servizio offerto alle aziende che vogliano proporre esperienze di turismo sostenibile ai loro dipendenti. Questi ultimi così vengono responsabilizzati attraverso un percorso pratico e teorico di formazione e conoscenza diretta di realtà come gli agriturismi sostenibili, che hanno certificati di agricoltura sostenibile e offrono lavoro a operatori locali. Faroo – spiega Teresa – è a servizio di chi vuole andare lontano, far loop».

PNRR under 40:

In qualità di consulente di turismo sostenibile, Teresa Agovino è stata chiamata alle audizioni del PNRR under 40: un progetto di collaborazione con le realtà imprenditoriali giovani e significative capaci di offrire uno spaccato di vita e pratica tecnica utile al PNRR. «Il PNRR under 40 prevede proprio che le giovani imprenditrici diano supporto nella stesura del piano. Io mi sono occupata della sostenibilità nel turismo, altri nella moda e così via» racconta Teresa. «A luglio – aggiunge come piccola critica la Agovino – il PNRR preliminare italiano mancava ancora di una metodologia quantitativa delle risorse rispetto agli altri Paesi, ma spero che questa lacuna sia stata colmata».

Cop26 soddisfacente:

Andando oltre i confini nazionali, Teresa Agovino ha espresso la sua opinione in merito alla Cop26: «A prescindere dal fatto che tutti i risultati sono migliorabili e che gli effetti della conferenza non sono immediati, ma frutto di un negoziato di anni, io non considero la Cop26 una sconfitta. Prima di tutto ha avuto un’attenzione mediatica pari quasi alla Cop21 degli Accordi di Parigi, – motiva così la sua risposta la Agovino – poi ha discusso per la prima volta temi come l’abolizione del carbone e dei combustibili fossili, nonostante il facedown della Cina. Non si è parlato di compensazione, ma di allerta e mitigazione e di cooperazione nell’articolo 6, i Paesi dovranno certificare tramite standard univoci ogni anno i loro Nationally Determined Contributions (NDCs, i contributi nazionali determinanti per il clima)» conclude Teresa Agovino.