Il 6 dicembre 1991 veniva varata la legge n. 394 sull’istituzione e la regolamentazione degli enti parco nelle città: si trattava della creazione ufficiale di aree naturali protette volte a promuovere la tutela del patrimonio naturalistico del Paese. Nella presentazione delle finalità del decreto legge emerge la necessità di preservare i valori antropologici legati al mondo agro-pastorale e la biodiversità. Un bisogno oggi più urgente che mai e che il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) si impegna a soddisfare. 

Trent’anni dalla legge 394:

In occasione del trentesimo anniversario della suddetta legge il MITE ricorda l’importanza dei parchi italiani in collaborazione con Federparchi-Europarc Italia. I due enti hanno organizzato la conferenza “Trent’anni di parchi, futuro d’Italia futuro d’Europa” giorno 14 dicembre dalle 10 alle 13 in diretta streaming sui loro canali social per discutere del “sistema italiano delle aree naturali protette”. In linea con il Green Deal Europeo e con il Next Generation UE, l’Italia spende molti dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel verde cittadino. Basti pensare all’investimento di 330 milioni di euro per la Missione 2 – Componente 4, Linea di intervento 3 “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine” del Pnrr.

Il valore dei parchi:

I parchi naturali sono custodi di eccellenze naturalistiche, biodiversità, habitat animali e vegetali, presìdi nella lotta al cambiamento climatico e al disastro ambientale. La loro tutela costituisce una strada obbligata per la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile. A questo si aggiunge il valore aggiunto dei parchi cittadini riscoperto durante la pandemia come luoghi unici in cui trovare rifugio dal caos urbano e praticare sport all’aperto.