Il balzo senza precedenti dei prezzi di luce e gas nelle bollette, frenato in parte dalle azioni di governo, non ha scoraggiato gli Italiani nei loro consumi. L’analisi trimestrale del sistema energetico italiano sviluppata da ENEA ha messo in luce nel terzo trimestre del 2021 un incremento del 7% nella richiesta di energia rispetto allo stesso periodo del 2020. Questo dato è associato a una crescita del Pil del 3,9% e della produzione industriale del 20,2% in confronto al periodo di crisi pandemica.

I dati ENEA:

Nella seconda metà dell’anno i prezzi del gas sono superiori di oltre il 40% rispetto al 2020 per i consumatori domestici e di circa il 100% per le imprese. Nel caso dell’elettricità, i prezzi sono superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici e di oltre il 50% per le imprese, ai massimi per tutte le fasce di consumo. Questo non ha influito sui consumi: in particolare la richiesta di energia primaria è tornata ai livelli del terzo trimestre del 2019 e la crescita tendenziale del 2021 è del 7%. Questo comporta anche un aumento delle emissioni di COtendenzialmente del 3%, inferiore comunque ai livelli del 2019, ma superiore alle stime del resto d’Europa, in cui il forte aumento del Pil del 5% comporta un incremento delle emissioni tra il 2 e il 3% massimo. A trainare l’aumento è stato soprattutto il settore trasporti, che ha generato anche una richiesta del +9% di energia da fonti fossili nei primi 9 mesi del 2021.

Arretratezza italiana:

Tutto questo si traduce in un calo dell’indice della transizione energetica Ispred del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando il suo miglioramento era legato solo alla congiuntura eccezionale pandemica. Tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022, dopo i nuovi record dei prezzi all’ingrosso e il loro ulteriore trasferimento sui clienti finali, è probabile che l’indice Ispred scenda ai minimi della serie storica. Lo stesso indice mette in guardia sulla sicurezza energetica: l’adeguatezza del sistema elettrico e la disponibilità di gas sono messi in crisi dalle difficoltà di importazione e stoccaggio delle materie a causa dell’aumento dei prezzi. L’Italia è ancora indietro nell’autosufficienza energetica. A dimostrarlo anche il fatto che sul fronte della dinamica innovativa, i dati più recenti relativi ai brevetti nelle tecnologie low-carbon indicano per l’Italia una collocazione ai margini dell’Europa segnata da una diffusa e spesso forte despecializzazione tecnologica, tranne che nel solare termico.