Il centro europeo per il clima e le previsioni metereologiche a breve e lungo termine, il Copernicus Climate Change Service, ha reso noto nel suo rapporto annuale che gli ultimi 7 anni sono stati i più caldi a livello globale e le concentrazioni di anidride carbonica continuano ad aumentare. 

Alti e bassi:

Se è vero che nel complesso il 2021 è stato uno degli anni più freschi insieme al 2015 e al 2020, è pure vero che la sua estate è stata torrida in alcune zone e troppo piovosa in altre. L’Europa ha vissuto una delle stagioni estive più calde, con un’ondata di calore anomala tra luglio e agosto che ha colpito Spagna, Grecia e Italia (quasi 49° C a Siracusa). Mentre l’area mediterranea però era attanagliata da temperature fuori dalla norma, la parte centro-occidentale ha dovuto convivere con precipitazioni troppo intense che hanno reso saturi i terreni. Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi sono stati tra i Paesi più colpiti dalle inondazioni. Un’estate inusuale preceduta da una primavera eccezionalmente fredda: l’Europa settentrionale ha vissuto il più freddo mese di Aprile degli ultimi 40 anni. In generale però l’Europa meridionale ha compensato nella media delle temperature primaverili, che in realtà nel vecchio continente sono scese solo di 0,5° C rispetto al trentennio 1991-2020. Il problema infatti non è costituito dall’ultima primavera vissuta, ma dalle precedenti, che hanno avuto temperature al di sopra della media. 

Gas serra:

Alla base di questi sbalzi climatici e di eventi catastrofici resta sempre la stessa causa: l’aumento dei gas serra con il conseguente surriscaldamento globale e il cambiamento climatico. I dati satellitari di Copernicus indicano che l’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera è proseguito per tutto il 2021 portando a un record globale annuo medio di concentrazione di COpari a 414,3 parti per milione (ppm).