A 10 anni dal naufragio della nave da crociera Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 nelle acque dell’isola del Giglio, arriva inaspettatamente una buona notizia. La flora marina si sta ripristinando più velocemente di quanto si pensasse. Fin da subito il ministero dell’Ambiente, oggi ministero della Transizione Ecologica (Mite), si costituì parte civile nel processo al fine di far valere in giudizio i danni ambientali causati dalla tragedia. Un Osservatorio istituito all’epoca dei fatti e tutt’oggi in funzione controlla il corretto svolgimento degli interventi di ripristino dei fondali marini in collaborazione con il Mite, l’Ispra e gli enti locali interessati della Toscana. Dopo i due anni necessari per la rimozione del relitto, tre per la pulizia dei fondali, altri 5 sono stati richiesti per il restauro ambientale, ancora in corso. 

Flora:

Ripuliti i fondali e ripiantate le specie marine ivi presenti, si è notato che la posidonia e le gorgoniesono ricresciute in quantità superiori alle origini grazie alla loro elevata capacità di resistenza. Il processo di rinvigorimento della flora marina è iniziato con un’operazione di trapianto sperimentale: i ricercatori prima hanno individuato tracce del materiale da trapiantare residue nei fondali marini, poi hanno iniziato l’operazione. Il successo è testimoniato dall’aumentare del numero di fasci fogliari di posidonia, arrivati in tre anni al 106% e ancora in crescita costante e monitorata. Non dissimili gli interventi e i risultati per le varie specie di gorgonie. 

Fauna:

Questo graduale ripristino degli habitat ha permesso di colonizzare nuovamente il territorio con la fauna marina, sparita a causa del naufragio. I pesci hanno beneficiato in questi anni dell’interdizione alle attività di pesca nel luogo, così che in quell’area sono presenti murene, scorfani, aragoste assenti nelle altre zone costiere toscane. Adesso che le operazioni sono quasi concluse, l’augurio è che il territorio resti costantemente tutelato.