lavori i corso all'interno di una casa
Crediti bonus edilizi

Stop a tutte le misure per i crediti dei bonus edilizi.
Il Dl 11/2023 rappresenta una frenata brusca che coinvolge imprese, famiglie e professionisti.
Sulla questione cessione dei crediti sono coinvolti tutti i bonus edilizi e non solo il superbonus.
Stop alla cessione dei crediti fiscali e allo sconto in fattura anche per bonus ristrutturazioni al 50%, bonus impianti fotovoltaici, bonus mobili, bonus barriere architettoniche, ecobonus e sismabonus.

Una scelta ampiamente criticata dalle associazioni di categoria, dalle imprese e dai sindacati.


Cosa succede ai crediti già sul mercato per il Superbonus

Il provvedimento non viene applicato a chi ha presentato prima del 16 febbraio la CILA (Comunicazione inizio lavori asseverata) a cui si aggiunge nel caso dei condomini anche l’adozione della delibera assembleare che approva l’inizio dei lavori.

In questi due casi crediti e gli sconti in fattura potranno essere mantenuti e secondo alcune previsioni la situazione attuale potrebbe dare più certezza.
Secondo le stime dell’Ance i crediti incagliati nella rete del superbonus ammontano a 15 miliardi.

Cosa succede ai crediti sul mercato per gli altri bonus edilizi

Per gli altri bonus edilizi nessuna certezza può essere data dalla Cila, è per questo che bisognerà comprendere come proseguire.
Nel caso di lavori che non richiedano la presentazione di un titolo abilitativo potrebbero bastare l’inizio dei lavori entro il 16 febbraio.
Il problema si pone solo nei casi di sconto in fattura per alcune imprese che avrebbero acquistato già i materiali, prenotandoli.
Di fatto questi materiali non sono stati inseriti all’interno delle abitazioni pertanto i lavori non risulterebbero ancora avviati (es. caldaie, infissi etc). Di fatto in questo caso l’impresa non avrebbe più diritto allo sconto in fattura.


Stop all’acquisto dei crediti da parte delle Regioni

Il Dl pubblicato in gazzetta ufficiale blocca la cessione dei bonus edilizi alle pubbliche amministrazioni.
Alcune regioni, prima tra tutte la provincia di Treviso, poi la regione Sardegna, Basilicata e Piemonte nei giorni passati avevano mostrato la volontà di acquisatre dei crediti dalle banche. Una mossa bloccata sul nascere dal nuovo governo perchè- secondo il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti “avrebbe aumentato il debito pubblico” una scelta presa per “non ipotecare spazi per nuovi interventi di politica economica”.