C’è un nuovo punto su cui tutte le imprese italiane devono concentrarsi per rimanere competitive: i consumi energetici. Se pensiamo a un’azienda come a un organismo vivente, l’energia è il suo carburante vitale e il controllo dei consumi è il termometro che misura la sua salute. Ignorare questo dato significa rischiare di trascurare segnali importanti, come un motore che si surriscalda o un cuore che batte irregolarmente. Dal 2025, con l’entrata in vigore di nuove regole più stringenti, diventerà indispensabile per le imprese monitorare, analizzare e ottimizzare in modo rigoroso il proprio utilizzo di energia, per non incorrere in rischi e per migliorare la propria efficienza.
La novità: nuove soglie per l’obbligo di diagnosi energetica e gestione dell’energia
Tra le novità più rilevanti per le imprese italiane c’è senz’altro il rafforzamento degli obblighi legati alla diagnosi energetica e alla gestione dei consumi. A partire dall’11 ottobre 2025, il quadro normativo nazionale si adegua e si allinea alle disposizioni europee contenute nella Direttiva UE 2023/1791, introducendo soglie di consumo più basse e criteri più rigorosi. Questo significa che un numero maggiore di imprese sarà chiamato a effettuare la diagnosi energetica, così come a implementare sistemi di gestione energetica certificati, per migliorare l’efficienza e ridurre gli sprechi.
I nuovi criteri indicano:
- Obbligo di diagnosi energetica per tutte le imprese che consumano più di 10 (TJ) all’anno (circa 2.778 MWh).
- Obbligo di adozione di un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) conforme alla norma ISO 50001 per le imprese con consumi superiori a 85 TJ all’anno.
Questi nuovi limiti sostituiscono quelli precedenti, che si basavano su criteri più legati a dimensioni aziendali come numero di dipendenti o fatturato, aprendo così l’obbligo anche a realtà più piccole ma energivore, e togliendolo a grandi imprese con consumi sotto soglia.
Diagnosi energetica: uno strumento strategico, non solo un adempimento
La diagnosi energetica rappresenta una fotografia dettagliata e precisa dei consumi energetici dell’azienda. Attraverso un’analisi tecnica approfondita, vengono individuate le aree critiche in cui intervenire per ottimizzare l’uso dell’energia, riducendo così sia i costi operativi sia l’impatto ambientale.
Affidata a professionisti qualificati secondo la norma UNI CEI EN 16247, questa attività comprende la raccolta e l’esame accurato dei dati di consumo, sopralluoghi sul campo, misurazioni e la stesura di un report finale. Tale documento evidenzia le inefficienze e propone soluzioni concrete per migliorare l’efficienza energetica. Così facendo, l’impresa acquisisce una conoscenza completa del proprio profilo energetico, trasformando il consumo in un’opportunità di innovazione e vantaggio competitivo.
Il nuovo obbligo: il Piano d’Azione per l’efficienza energetica
Non basta però effettuare la diagnosi. La nuova direttiva impone alle imprese di tradurre le raccomandazioni emerse in un vero e proprio Piano d’Azione per l’efficienza energetica, con interventi concreti da realizzare nei quattro anni successivi. Questo piano dovrà essere approvato dagli organi aziendali e reso pubblico nella relazione annuale, garantendo trasparenza e responsabilità.
Le imprese che non attuano almeno una misura efficiente dovranno fornire giustificazioni formali all’ENEA, l’agenzia italiana che monitora e supporta il settore energetico.
Perché questa rivoluzione? Il principio “Energy Efficiency First”
La nuova normativa si basa sul principio “Energy Efficiency First” – l’efficienza energetica prima di ogni altra scelta. Ridurre i consumi significa diminuire la dipendenza da fonti energetiche fossili, abbattere le emissioni di CO2 e migliorare la sostenibilità ambientale, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Non è solo un tema ambientale: migliorare l’efficienza significa anche ridurre i costi energetici, che rappresentano una voce importante per molte aziende, soprattutto in un contesto di mercato energetico volatile.
Con la nuova Direttiva sull’efficienza energetica, le imprese italiane sono chiamate a un cambio di paradigma: non più un adempimento isolato ma un processo continuo e strutturato di gestione e miglioramento dei consumi energetici. La diagnosi energetica diventa così uno strumento di conoscenza e competitività, un vero e proprio investimento sul futuro, per un’azienda più efficiente, sostenibile e resiliente.