I dati sul cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico rappresentano una questione cruciale.
Le attuali politiche per affrontarla non stanno funzionando.
Le emissioni di CO2 sono ancora in aumento. Se non si interviene in tempo, il riscaldamento globale aumenterà di 4 gradi entro il 2100.

E’ per questo che gli esperti cominciano a ragionare in altri modi cercando di trovare soluzioni alternative.
Tra gli obiettivi c’è quello di realizzare una profonda decarbonizzazione in tutto il mondo e allo stesso tempo attuare delle strategie che sostengano l’occupazione, l’attività economica e migliorino gli standard di vita.
Ed è in questo contesto che l’idrogeno si candida a diventare il vettore del futuro.
A spiegare come è Marco Alverà, amministratore delegato di  Snam, una tra le principali società europee attive nel trasporto, stoccaggio e rigassificazione del metano.
Il manger ha scritto un libro dal titolo “Generation H” spiegando come l’idrogeno possa essere una soluzione valida per il futuro.
L’idrogeno utilizza la forza del sole e del vento per produrre energia, arrivando a sostituire il petrolio e il gas, oltre a essere inesauribile e pulito.
Prodotto usando fonti rinnovabili, può essere usato per riscaldare le abitazioni e non solo.
Anche le auto in futuro quindi potranno usufruirne e molte case automobilistiche stanno già vagliando la possibilità di utilizzarlo soprattutto per le auto di grandi dimensioni e per le lunghe distanze.
L’idrogeno può quindi giocare un ruolo fondamentale per portare le energie rinnovabili all’interno dei più ostinati settori dell’industria, nel riscaldamento e nei trasporti pesanti, dove l’elettricità è difficile da usare.

Soprattutto, può fornire energia green a una popolazione in crescita, rendendo la vita delle persone più prospera, produttiva e sicura.

“Con i progressi tecnologici, nei prossimi dieci anni l’idrogeno potrà costare meno del petrolio- spiega Alverà in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera aggiungendo- oggi il metano è più competitivo del petrolio, arrivando a costare meno della metà anche laddove viene importato come in Europa, Cina e India, e quindi prenderà quote di mercato. Il metano è da sempre considerato raro e prezioso. Nel 2006 c’erano solo 25 anni residui di riserve e il prezzo era salito alle stelle. Questo ha portato gli Stati Uniti a inventarsi lo shale gas (gas dalle argille, ndr) e grandi oil companies a fare scoperte di successo in aree prima inesplorate: in dieci anni siamo passati a oltre 200 anni di riserve residue e il prezzo negli Stati Uniti si è ridotto di circa dieci volte. Nei trasporti, benzina e diesel possono essere sostituiti dal gas immettere nel tubo una miscela di senza troppi interventi. Gradualmente molti bus, camion, treni, navi e forse aeroplani potranno trasformarsi a metano, che oltre a essere più economico emette meno CO2 e sostanzialmente non genera inquinanti”.

Alzerà spiega anche perché l’italiana grandi prospettive:
“L’Italia esprime molte delle sue forze perché ha grandi prospettive di sviluppo nelle rinnovabili, accesso diretto al Nord Africa e capillari infrastrutture di trasporto e stoccaggio di energia. L’idrogeno quindi potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95%.
Con il sole si può creare idrogeno fatto da rinnovabili e i prezzi stanno scendendo rapidamente”.
Cosa potrebbe spingere l’uso dell’idrogeno? Secondo Alverà “il vantaggio dell’idrogeno per la decarbonizzazione consiste nel fatto che può essere prodotto da fonti rinnovabili mantenendo i benefici di costo e di facilità di utilizzo dei combustibili attuali perché può utilizzare le infrastrutture esistenti. In più se l’Ue rendesse obbligatoria una quota fissa di idrogeno nelle reti, questo contribuirebbe a creare in modo veloce una maggiore domanda in attesa che si sviluppino auto, camion e caldaie. C’è molto interesse a Bruxelles ma anche tra le società energetiche: sono presidente di Gas Naturally che riunisce 400 aziende con interessi diversi. Ora stiamo dialogando con Hydrogen Europe. Come Snam siamo appena entrati n Hydrogen Council, che riunisce i ceo di 60 aziende mondiale attive nell’idrogeno”.