La Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE), fondata da ENEA e da due associazioni di energy manager, promuove un uso ragionevole delle fonti collaborando con le istituzioni. Essa gestisce le nomine degli energy manager, figura che tiene sotto controllo aziende ed enti che abbiano consumi annui superiori ai 10.000 tep (tonnellata equivalente di petrolio) per l’industria e ai 1.000 tep per gli altri settori. La FIRE ha redatto un report sulle nomine degli energy manager in Italia per evidenziare la loro importanza e denunciare eventuali inadempienze. Lo scopo del rapporto è stimolare chi non l’abbia ancora fatto a nominare tale figura per apportare benefici alla propria struttura. 

Il rapporto FIRE:

L’energy manger, in quanto responsabile di usi e consumi dell’energia in un’azienda, può rivelarsi utile in tutti gli enti in cui il costo dell’energia incide molto sulle spese: il manager studia per attuare politiche di riduzione dei consumi. Dal rapporto FIRE 2021 relativo all’anno 2020 emerge che nell’anno della pandemia sono stati nominati 2463 energy manager, di cui 1702 da soggetti obbligati dalla legge 10/1991, i restanti da soggetti non obbligati. Dei 1702 eletti obbligatoriamente, la maggior parte rientra nel settore terziario, a seguire industriale, trasporti, pubblica amministrazione e agricoltura. Dai 1475 eletti nel 2014 ai 1702 dello scorso anno emerge un trend di crescita costante che in sette anni è divenuto del +15%. Anche tenendo conto degli energy manager eletti da soggetti non obbligati, il totale va dai 2103 del 2014 ai 2463 del 2020. Si osserva però ancora una percentuale troppo bassa di energy manager donne: solo il 9%, seppur in crescita rispetto al passato.  

Sistema di Gestione dell’Energia:

Questo aumento indica che le aziende hanno compreso la necessità di un energy manager per raggiungere un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) che punti a conseguire una certificazione ISO 50001, che implica ottimizzazione dei consumi. Il numero di nomine degli energy manager è aumentato non solo nelle metropoli, ma anche nei piccoli comuni che li hanno eletti volontariamente. Un input in tal senso è stato dato dalla Regione Sicilia, che ha stanziato dei finanziamenti rivolti alla nomina di energy manager che affianchino le amministrazioni pubbliche all’interno del Patto dei Sindaci (PAESC). Il risultato è stato un incremento delle nomine tra i comuni siciliani.