Come stanno i nostri Alberi?

Alberi

Oggi si celebra la Giornata nazionale degli alberi.
A partire dal 2011, con la Legge n.10 del Ministero dell’Ambiente, la Giornata Nazionale degli Alberi viene celebrata ogni anno il 21 novembre con l’intento di promuovere le politiche di riduzione delle emissioni, la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero e la vivibilità degli insediamenti urbani.

Accanto alle iniziative per la Giornata Nazionale degli Alberi si svolgono anche quelle per la Festa dell’Albero, un’iniziativa promossa da Legambiente dal 2008 e che ha radici che affondano nelle antiche tradizioni della nostra cultura. Infatti, già gli antichi Romani precorsero l’odierna festa degli alberi: questi erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell’epoca. Inoltre, la più grande festa silvana in epoca romana era la “Festa Lucaria” che cadeva il 19 luglio.

L’anno scorso l’editore della nostra testata Pier Francesco Scandura ha deciso di piantare degli alberi in Kenya, Guatemala e Camerun grazie a Treedom. Questi alberi sono stati donati a coloro che hanno sostenuto il nuovo e ambizioso progetto dedicato al bimestrale digitale rivolto a 120mila professionisti in tutta Italia. Tutte persone che ci hanno aiutato e che credono in noi. 

Oggi siamo andati a vedere come stanno e ve lo raccontiamo qui:

Sei sono le tipologie di alberi che la testata ha voluto regalare ai suoi sostenitori per un totale di 15 alberi piantati: Markhamia, Croton, Leucaena, Papaya, Caffè e Cacao.

Markhamia

Scelta per la bellezza e la protezione che essa offre alle piante circostanti, la Markhamia Lutea è detta anche “tulipano del Nilo” per i suoi fiori gialli e frutti lunghi a forma di campana. Il suo tronco dalle tonalità gialle ricordo l’oro. La rapida crescita di questo sempreverde dalle dimensioni medio-grandi dona ombra alle specie consociate ai suoi piedi, che hanno bisogno di poco sole. “Energia in comune” ha deciso di piantarne quattro in Kenya, ognuna delle quali in 10 anni raccoglierà 250 kg di CO. 
A oggi ogni Markhamia ha catturato circa 25 kg di CO2, pari a quella emessa da un treno in 164 km.


  

Croton

Tre piante di Croton Macrostachyus sono state piantate sempre in Kenya per il senso di freschezza che la loro folta chioma dà. I suoi frutti si colorano dal verde al grigio e le sue foglie sono molto ampie. In dieci anni ogni Croton assorbirà 300 kg di CO2, mentre fino a oggi in un anno ha catturato l’anidride carbonica emessa da 9 km in taxi.

Leucaena

Ancora in Kenya cresce l’albero di Leucaena Leucocephala piantato da “Energia in comune”. La sua cifra stilistica è la generosità: si tratta di una pianta che dona al terreno molte sostanze nutrienti e controlla lo stato d’erosione del suolo con azioni azofissatrici, fertilizzanti, ombreggianti e frangivento.
La Leucaena infatti raggiunge un’altezza da 3 a 20 metri e un diametro da 20 a 50 cm. Inoltre la sua alta capacità di diffusione anche in climi freddi, ma non gelidi, la rende adatta a essere coltivata in aree disboscate. In 10 anni essa raccoglierà 250 kg di CO2,a oggi ne ha raccolti 25, pari alla quantità emessa da un autobus in 23 km. 






Papaya

Un ultimo albero che la testata ha deciso di piantare in Kenya è la Carica Papaya, i cui semi donano un sapore speziato tra la senape e il piccante a molti piatti. Si tratta di un sempreverde che arriva a 10 metri di altezza, coltivabile in zone calde riparate dal vento da altri arbusti frangivento. Il suo tronco è ricco di papaina, succo lattiginoso usato per scopi medicinali, i suoi frutti invece sono spremuti per ricavarne ottime bevande. La capacità di assorbimento di anidride carbonica della papaya, che è una pianta dalle dimensioni medie (10 metri di altezza e tronco sottile), non è altissima: 50 kg in dieci anni. In un anno di vita essa ha raccolto 5 kg di CO2, pari alla quantità emessa da un aereo in 3 km.

Caffè

Dal Kenya al Guatemala con la Coffea Arabica, meglio nota come Caffè. Pianta appartenente alla famiglia delle Rubiaceae, ne esistono oltre 100 specie, ma le più rappresentative sono l’arabica (a cui appartengono le due piante acquistate dalla rivista) e la robusta. Il suo significato non può che essere l’energia, dato che dai suoi semi si ricava l’omonima bevanda ricca di caffeina, energizzante naturale. La quantità di caffè venduta al mondo fa sì che questa pianta sia un’importante fonte di sostentamento economico per le comunità locali. In dieci anni assorbirà 55 kg di diossido di carbonio, in un anno ha raccolto una quantità pari a quella emessa da un treno in 36 km. 

Cacao

L’ultimo acquisto del 2020 sono state le quattro piante di Theobroma Cacao seminate nel Camerun. Si tratta di un sempreverde che produce piccoli fiori direttamente sul tronco o sui rami principali. Solo i più fortunati si trasformeranno nel celebre frutto dal cuore dolce dietro l’amarezza. La produzione di cacao, alla pari di quella di caffè, offre ai contadini locali una fonte di reddito. Nei primi dieci anni di vita questa pianta è capace di assorbire 55 kg di CO2, in un anno dalla sua piantagione ne ha assorbito una quantità corrispondente a quella emessa da uno scooter in 4 km.