Nel percorso di transizione ecologica che coinvolge sempre più da vicino gli enti locali, la figura dell’Energy Manager rappresenta una leva fondamentale per migliorare l’efficienza, contenere i costi e pianificare interventi strutturali a lungo termine. È con questo spirito che in Parlamento si stanno valutando alcuni emendamenti al Decreto sulla Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di rendere possibile la nomina congiunta dell’Energy Manager da parte di più Comuni. La misura, discussa nelle commissioni riunite I e XI della Camera, potrebbe agevolare soprattutto i piccoli enti locali, spesso privi di risorse tecniche e finanziarie autonome.
Le proposte, presentate da Noi Moderati, AVS e Lega, sono entrate nell’elenco degli emendamenti segnalati come prioritari e saranno oggetto di discussione nelle prossime settimane. Una riforma di buon senso, che va nella direzione della cooperazione tra amministrazioni e della gestione efficiente delle risorse, in un momento storico in cui il tema energia richiede visione, competenze e coordinamento.
Un ruolo definito dalla legge, ma ancora poco diffuso
L’Energy Manager è una figura prevista dalla normativa italiana da oltre trent’anni. Introdotta dalla legge n. 10 del 1991, è obbligatoria per tutte le aziende e gli enti che superano determinate soglie di consumo energetico: 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio l’anno nel settore industriale, e 1.000 tep/anno nei settori civile, terziario e dei trasporti. I Comuni sopra i 50.000 abitanti rientrano tra i soggetti tenuti alla nomina.
Nonostante ciò, la diffusione effettiva della figura nella Pubblica Amministrazione è ancora limitata. Le sanzioni previste dalla legge in caso di inadempienza esistono, ma la loro mancata applicazione ha ridotto significativamente la portata del provvedimento. La conseguenza è una perdita di opportunità sia in termini di risparmio economico che di gestione strategica dell’energia.
Un supporto operativo, non solo tecnico
L’Energy Manager non è solo un tecnico dell’efficienza. È un professionista con competenze multidisciplinari – dalla normativa alla finanza, dalla gestione impiantistica alla pianificazione energetica – in grado di supportare le amministrazioni nella definizione di politiche sostenibili e nel reperimento di finanziamenti nazionali ed europei.
Secondo i dati forniti da FIRE (Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia), nel 2024 il numero di Energy Manager designati ha raggiunto quota 2.571, con una crescita anche tra i soggetti non obbligati per legge. Un segnale che conferma l’interesse crescente verso una gestione più consapevole dell’energia. Secondo ENEA, inoltre, il valore complessivo dei benefici – tra risparmio, miglioramento ambientale e competitività – può superare di 2,5 volte il solo risparmio diretto sui consumi.
Collaborazione intercomunale e strumenti digitali
L’idea di introdurre una nomina condivisa tra Comuni risponde a un’esigenza concreta: offrire anche ai territori più piccoli la possibilità di dotarsi di una figura qualificata, senza gravare eccessivamente sui bilanci comunali. In questo quadro, la piattaforma digitale NEMO, realizzata da FIRE, semplificherà l’invio delle nomine e la gestione delle informazioni, contribuendo a creare una rete più solida e trasparente di professionisti e amministrazioni attive sul tema.
A commentare la notizia anche Pier Francesco Scandura, Energy Manager per l’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, Energy Manager di numerosi Comuni italiani, tra cui Trieste, Palermo, Modica, Gela e Catania:

«La possibilità di una nomina congiunta dell’Energy Manager rappresenta un’evoluzione funzionale particolarmente rilevante per i piccoli Comuni, che spesso non dispongono di risorse tecniche ed economiche adeguate. Questo approccio consente di strutturare interventi di scala sovracomunale, razionalizzando la gestione energetica e favorendo una pianificazione integrata. Un’applicazione concreta può riguardare lo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) su base interterritoriale o la definizione di piani di riqualificazione energetica coordinata per ambiti urbani contigui».
La transizione energetica non è più una prospettiva, ma una necessità. Le amministrazioni locali sono chiamate a fare la loro parte, e per farlo hanno bisogno di strumenti adeguati e di figure competenti. L’Energy Manager è uno di questi strumenti. Investire nella sua presenza, valorizzarne le competenze e favorirne la diffusione anche attraverso la collaborazione tra enti è un passo concreto verso una gestione pubblica più efficiente, resiliente e sostenibile.