Di fronte alla proposta della Commissione Europea di sfruttare gas naturale e nucleare come fonti energetiche più pulite rispetto ad altre, le associazioni hanno fatto sentire la propria voce. In particolare Greenpeace, Legambiente e WWF chiedono al governo italiano di escludere queste due fonti dalla tassonomia verde, che classifica le attività economiche in base al loro grado di sostenibilità al fine di investire nelle migliori. 

Niente nucleare nella tassonomia verde:

Le tre associazioni denunciano quanto ormai nucleare e gas siano tecnologie di retroguardia da abbandonare a favore delle fonti energetiche rinnovabili, il cui iter burocratico andrebbe semplificato per decuplicarne la potenza annua. Greenpeace, Legambiente e WWF chiedono al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghiche l’Italia si dichiari contraria all’introduzione del nucleare e del gas naturale nella lista di attività economiche sostenibili della tassonomia verde. Le discussioni su piccoli reattori modulari e nucleare di quarta generazione hanno distolto l’attenzione dalle fonti rinnovabili già disponibili sul mercato, che hanno costi inferiori e producono elettricità senza scorie radioattive, anidride carbonica e rischi di incidenti catastrofici. 

Parole chiare e forti:

Greenpeace, Legambiente e WWF hanno preso posizione netta contro le proposte della Commissione UE: «Si è discusso in modo vacuo dei rincari in bolletta, da alcuni paradossalmente addebitati alla transizione ecologica, senza puntare il dito sulla vera causa da ricercare nella eccessiva dipendenza del nostro Paese dall’uso del gas e nei ritardi nell’esecuzione del Green Deal, come ha fatto giustamente notare il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans. Ora sentiamo parlare – continuano le tre associazioni – di un fantomatico referendum per tornare al nucleare. Vale la pena ricordare che nel nostro Paese questo strumento serve solo per abrogare norme, come è stato fatto con grande successo nel 1987 e nel 2011 quando, per ben due volte, i cittadini del nostro paese si sono espressi chiaramente contro la produzione elettrica dal nucleare. Tornare a parlare di nucleare è un esercizio davvero inutile, nei tempi di risposta alla crisi climatica, nel contributo dato alla produzione di elettricità e nella riduzione del costo in bolletta».