Marevivo, associazione che dal 1985 si occupa della tutela dei mari e delle coste, lamenta l’ennesimo slittamento dell’introduzione della Plastic Tax in Italia. Originariamente prevista per l’estate 2020, rinviata poi a causa della pandemia, la tassa sulla plastica monouso per sfavorirne il consumo eccessivo sarebbe dovuta entrare in vigore da questo 1 gennaio 2022. Nel documento programmatico di bilancio del Consiglio dei Ministri tuttavia la sua approvazione è slittata al 2023. «Questo rinvio avviene nonostante le dichiarazioni dell’Italia in sede di G20 e COP 26 sull’importanza della fiscalità ambientale per guidare la decarbonizzazione» sottolinea la nota di Marevivo.

I numeri dell’Italia:

L’Italia nel 2018 ha prodotto 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti d’imballaggio di plastica, rappresentando il secondo Paese consumatore di plastica a livello europeo. Per ogni kilogrammo di plastica prodotta vengono emessi quasi 2 kg di CO2. A questo dato sconfortante se ne aggiunge un altro: ogni anno finiscono in mare circa 570000 tonnellate di plastica. La questione è commentata a caldo dalla presidente di Marevivo Rosalba Giugni: «Non ci basta sapere che l’equivalente di un camion di rifiuti finisce in mare ogni minuto? Non ci basta assistere alla morte di milioni di animali e all’impoverimento degli ecosistemi e riscontrare che la plastica è nel cibo degli alimenti che mangiamo, nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, nel sale che usiamo? Non ci basta aver trovato microplastiche perfino nei tessuti della placenta delle donne? Recenti studi scientifici – conclude – mostrano come la plastica entri nell’atmosfera e arrivi sulla terra nelle precipitazioni piovose e nevose, rappresentando una minaccia per l’ambiente e la salute umana. Non abbiamo più tempo. Cosa stiamo ancora aspettando?».