Avviare la raccolta differenziata in località isolate lontane dai servizi di raccolta e trattamento tradizionali non è semplice. Da qui il progetto NETWAP finanziato dal bando Interreg Italia-Croazia con un budget di circa 1,5 milioni di euro per realizzare centri di compostaggio locali su piccola scala nell’isola croata di Ist e in Molise. Il progetto in Italia si avvale della collaborazione di ENEA, Unioncamere del Veneto, Fondazione Fenice Onlus di Padova e GAL Molise verso il 2000. In Croazia invece sono stati coinvolti il Comune di Zara (capofila del progetto), Istituto Ruder Bošković e Čistoća, l’Azienda della provincia di Zara responsabile per la gestione dei rifiuti.

Da rifiuto a risorsa:

Obiettivi del progetto sono: compostaggio su piccola scala, tecnologie per il recupero e riciclo di plastiche, monitoraggio di microplastiche in mare. Nello specifico sono state installate compostiere elettromeccaniche con una capacità totale di 30 tonnellate l’anno in due siti: nel Comune di Fossalto (Campobasso) in Molise e sull’isola di Ist, in Croazia. Proprio grazie a questa azione è stata introdotta per la prima volta sull’isola croata la raccolta differenziata dell’organico e il Molise ha registrato il primo caso di avviamento di un’esperienza di compostaggio locale. «Il compostaggio di prossimità, ossia effettuato vicino al luogo di produzione, è un sistema particolarmente indicato per tutte quelle comunità isolate, difficili da raggiungere dal tradizionale sistema di raccolta e trasporto ad impianti industriali di trattamento. – sottolinea Fabio Musmeci, ricercatore dello stesso Laboratorio ENEA – Essendo il rifiuto umido composto principalmente d’acqua assistiamo troppo spesso a viaggi di camion che trasportano essenzialmente acqua con impatti ambientali non sostenibili. Spesso con soluzioni semplici possiamo aumentare la capacità dei territori nel gestire i propri problemi». In Italia la frazione dei rifiuti organici è la più abbondante tra quelli urbani (20-30%) ed è potenziale fonte di malattie se non smaltita correttamente. Produrre compost con una giusta applicazione dell’economia circolare non solo elimina il problema, ma combatte anche la desertificazione dei suoli.

Collaborazioni:

«Con questo progetto abbiamo sperimentato l’applicazione della pratica del compostaggio su piccola scala e proposto un sistema di gestione per la plastica raccolta in spiaggia, a beneficio di località spesso lontane dai servizi di raccolta e trattamento, che nella stagione estiva subiscono una notevole pressione turistica legata o a bellezze naturalistiche o alla presenza di siti archeologici», spiega Lorenzo Maria Cafiero, ricercatore del Laboratorio ENEA di Tecnologie per il riuso, il riciclo, il recupero e la valorizzazione di rifiuti e materiali. «Siamo riusciti a superare le pratiche esistenti nella gestione della frazione organica, sostenendo le autorità locali e gli operatori economici, attraverso metodologie convertite in strumenti di politica locale, una formazione mirata e la fornitura della tecnologia stessa. In questo abbiamo compiuto il primo passo verso l’adozione di un approccio transfrontaliero dei rifiuti basato su un’efficace cooperazione internazionale e in sintonia con la gerarchia dei rifiuti dell’Unione europea e con i principi dell’economia circolare», aggiunge Cafiero. 

Filtraggio del mare:

Rifiuti organici a parte, il progetto ha sperimentato in Croazia, a Vitrenjak (Uskok marina), anche “Seabin”, un sistema che filtra l’acqua del mare per raccogliere plastiche, microplastiche, oli e detergenti, prima di arrivare in mare aperto. Una volta raccolta, la plastica ha subìto una selezione per classe omogenea di polimero, è stata sottoposta a trattamenti di lavaggio e ne è stata dimostrata la riciclabilità attraverso test di estrusione.