Dopo la notizia diramata ieri sulla pubblicazione del documento relativo alle località che ospiteranno scorie nucleari arrivano le prime reazioni.

Inaccettabile una decisione assunta senza confronto“. Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. “Trovo assurdo – afferma- che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori. E’ inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite“.

Follia anche solo pensare di individuare un sito di scorie radioattive e nucleari a Pienza (Siena). Pienza è un sito Unesco e con la Val d’Orcia sono Patrimonio dell’Umanità. Serve dire No e fermare tutto. Non si può accettare che venga commesso questo ‘crimine ambientale’ contro il nostro territorio“. Lo afferma Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana e capogruppo di Italia Viva.

Forse alcuni non sanno – continua Scaramelli – che Pienza è patrimonio Unesco, simbolo e cuore non solo delle terre di Siena ma della Toscana. Nella Val d’Orcia nascono le migliori produzioni agricole del Belpaese. Un territorio che per cultura, paesaggio, architettura, storia è patrimonio mondiale. Fermatevi prima di fare altri danni. Lanciamo una petizione affinché la sostenibilità ambientale sia al primo posto. Stiamo predisponendo anche una mozione per chiedere che la Regione Toscana si attivi nei confronti del Governo per tutelare lo sviluppo sostenibile, culturale e paesaggistico della Toscana tutta, scongiurando questo pericolo“. Insieme a Pienza e Trequanda, infatti, c’è anche il cuore della Maremma nell’elenco dei rifiuti nucleari con Campagnatico (Grosseto), altro sito individuato da Sogin con Pienza e Trequanda come eventualmente idoneo ad accogliere le scorie nucleari italiane.

Nei prossimi mesi ci sarà tempo e modo per le amministrazioni e le popolazioni coinvolte per consultare i documenti resi pubblici da Sogin e per mettere a disposizione le proprie controdeduzioni. E Nel corso di quel dibattito pubblico dovranno emergere tutti gli aspetti del progetto preliminare che ha individuato 67 siti potenzialmente idonei in Italia, le criticità e le eventuali opportunità, inclusi i doverosi benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere“. Ad affermarlo, a proposito della scelta del deposito nazionale dei rifiuti nucleari, il deputato piemontese di Fi Carlo Giacometto, secondo il quale “allo stesso tempo, si dovrà prevedere un preciso percorso di bonifica e smantellamento della ventina di siti temporanei attualmente in attività“.

A questo proposito per Giacometto “oggi sarebbe piuttosto urgente ampliare la platea dei beneficiari delle compensazioni nucleari per quelle comunità che si trovano proprio nei pressi dei depositi temporanei, rivedendo i criteri attualmente basati sui soli confini amministrativi comunali e non, come sarebbe molto più equo, con la distanza chilometrica dal sito”. Tema, ricorda il parlamentare, al centro di “una mia proposta di legge e numerosi miei emendamenti, che finora non hanno trovato accoglimento dalla maggioranza“.

No al deposito di scorie nucleari in Sicilia”. Il M5S all’Ars ribadisce il secco rifiuto di fare della’isola un deposito di stoccaggio di rifiuti nucleari. Per questo due anni fa aveva presentato una mozione, (primo firmatario Nuccio Di Paola), approvata all’unanimità dall’Aula, che impegnava il governo regionale “a dichiarare denuclearizzato l’intero territorio della Regione Siciliana, ad imporvi l’assoluto divieto allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari e a dichiarare la totale contrarietà all’individuazione della Sicilia come sede di deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”.

Vorremmo capire – dice Di Paola- cosa ha fatto Musumeci in questi due anni per non tramutare in carta straccia, come purtroppo troppo spesso avviene con le mozioni – la volontà del Parlamento siciliano. Se non ha fatto nulla, come crediamo, recuperi l tempo perso, ci sono ancora i margini per farlo. Altri presidenti di Regione hanno preso posizione, perché la Sicilia non lo ha fatto?

La nostra posizione – affermano i deputati 5 stelle della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – non è cambiata. La Sicilia, già martoriata sotto il profilo ambientale, non può e non deve diventare centro di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Musumeci dovrà impegnarsi a non accogliere le proposte della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) approvata ora. Si apre infatti oggi la fase del confronto con gli enti locali e successivamente le trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. In caso di insuccesso delle trattative bilaterali verrà convocato un tavolo interistituzionale, come ulteriore tentativo di pervenire a una soluzione condivisa. Qui Musumeci dovrà fare di tutto per dare attuazione alla mozione, che, lo ricordiamo, è un impegno vincolante. Il presidente non può continuare ad ignorare il Parlamento e la democrazia. Non speravamo di certo nella sua sensibilità ambientale per la tutela della nostra Regione, ma almeno rispetti gli elettori che rappresentiamo”.