Produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico nel 2020 è costato in media nel mondo 3,7 centesimi di dollaro, con l’eolico a 4 cents. Produrre lo stesso kilowattora con il gas è costato 5,9 cents, con il carbone 11,2 cents e con il nucleare 16,3 cents. Lo rivela il World Nuclear Industry Status Report (WNISR), un rapporto annuale prodotto da un gruppo di esperti internazionali indipendenti, guidati dal tedesco Mycle Schneider.

Il problema oggi è quanto dobbiamo ridurre i gas serra e quanto rapidamente – ha detto Schneider al sito tedesco DW -. Se parliamo della costruzione di nuove centrali, il nucleare è semplicemente escluso. Non solo perché è la forma di generazione elettrica più costosa oggi, ma anche perché serve molto tempo per costruire i reattori. Ogni euro investito in nuove centrali nucleari peggiora la crisi climatica, perché non può essere usato in opzioni efficienti per la protezione del clima”. Per Schneider “le rinnovabili sono diventate così convenienti che in molti casi sono al di sotto dei costi operativi base delle centrali nucleari“.

Il paese che sta investendo di più sul nucleare è la Cina, che ha in programma di costruire 17 nuove centrali (ne ha già 49 e ricava dall’atomo il 5% del suo mix energetico). Segue l’India, che ha 6 nuove centrali in progetto (21 esistenti, 3% del mix). Gli Usa (94 centrali, 20% del mix) progettano di costruire 2 nuove centrali, così come la Russia (38, 20%). La Francia, che ha 56 impianti e ricava dal nucleare il 71% della sua energia, vuole costruire 1 nuova centrale.

Secondo Schneider, la costruzione di nuove centrali atomiche non ha nessuna ragione economica o ecologica, e risponde solo a motivazioni politiche (militari per la Francia, di influenza geopolitica per la Cina) o a interessi delle aziende del settore: “Se l’industria del nucleare non lancia progetti fantasma – sostiene l’esperto -, muore ancora più rapidamente