Comunità energetiche rinnovabili e gruppi di auto produzione. Tra le novità della ‘Rivoluzione verde e Transizione ecologica’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del governo Draghi che prevede 70 miliardi per questo settore, c’è lo sviluppo delle comunità energetiche con una progressiva riduzione dei costi degli impianti. Se da una parte le associazioni ambientaliste sembrano preoccupate per le modifiche apportate al Piano soprattutto- secondo quanto affermato da Greenpeace- sull’uso massiccio di inceneritori, dall’altra si discute ampiamente sulla spinta data dal PNRR proprio agli impianti per l’autoconsumo nei comuni sotto ai 5 mila abitanti.

La misura “individua Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l’economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale”.

L’obiettivo è l’installazione di circa 2.000 MW di nuova capacità di generazione elettrica, con l’apporto congiunto delle comunità e dell’autoconsumo, per una produzione di circa 2.500 GWh annui, che porterebbe ad una riduzione della CO2 di 1,5 milioni di tonnellate/anno.

La misura prevede l’installazione di impianti rinnovabili e l’erogazione per 20 anni di un incentivo legato alla quantità di energia consumata dai partecipanti.

L’Italia aveva già avviato un meccanismo di incentivazione sperimentale grazie all’entrata in vigore del decreto Milleproroghe con la disciplina transitoria per le comunità energetiche rinnovabili (decreto-legge 162/19) Articolo 42 bis e dei relativi provvedimenti attuativi, quali la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA  e il DM 16 settembre 2020 del MiSE che prevede il contributo economico riconosciuto dal GSE. Poche settimane il Senato ha dato l’ok alla legge di delegazione europea 2019/2020 (legge53/2021in vigore dall’8 maggio) che incarica il Governo a recepire la direttiva 2018/2001 e 2019/944.

Adesso con il Recovery Plan ci sarà maggiore attenzione per questo tema su aree in cui si prevede maggior impatto socio-territoriale per sostenere l’economia dei piccoli centri.