ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è un ente pubblico di ricerca supportato dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) che si occupa di tutelare l’ambiente. Esso costituisce il punto di riferimento delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA) e funge da intermediario tra esse e gli organismi superiori come l’Agenzia Europea dell’Ambiente. In nome del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ISPRA svolge attività di monitoraggio, di valutazione, di controllo, di ispezione e di gestione dell’informazione ambientale. 

Bilancio 2020:

In occasione della sua presenza a Ecomondo, ISPRA ha brevemente presentato il suo “bilancio di sostenibilità” per mostrare il suo impegno concreto nelle grandi sfide ambientali, in ottemperanza al Green Deal europeo e all’Agenda 2030. «Il bilancio – ha detto il direttore ISPRA Stefano Laporta – vuole rendere conto della dimensione economica e sociale delle attività svolte nel 2020, anno della pandemia. Non sono mancati rafforzamento del sistema di protezione dell’ambiente e del controllo pubblico». A conferma di questa crescita nell’anno dell’emergenza sanitaria è intervenuta la responsabile per l’innovazione organizzativa ISPRA Tiziana Cianflone: «Nel 2020 i nostri 1809 dipendenti nelle 8 sedi italiane hanno continuato a lavorare sia in formula smart sia nei laboratori. La tempestività è fondamentale per sfruttare i fondi del PNRR al meglio nel settore della sostenibilità: noi offriamo supporto tecnico-scientifico e coordinamento alle imprese, con una conoscenza completa del Green Deal europeo e un’assistenza in tutto il ciclo della policy ambientale».

Comunicazione integrata

A sottolineare l’importanza di ISPRA è stato il portavoce Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) Pierluigi Stefanini: «ISPRA ha un ruolo di vigilanza sulla sostenibilità dei processi produttivi delle aziende, offre supporto nell’affrontare la crisi climatica e ambientale. Il PNRR ha scadenza nel 2026, troppo presto per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030: questo rivela la necessità di strategie integrate e convergenti e di una comunicazione più efficiente in collaborazione con ISPRA». In accordo con queste parole Giuseppe Bortone, Direttore Generale Arpa Emilia-Romagna: «Le informazioni comunicate servono a concretizzare i progetti. Rendere fruibili i dati è necessario per supportare la progettualità, con regole certe e condivisione dei quadri conoscitivi». Di integrazione tra ambiente ed economia, tra transizione ambientale, fiscale, demografica e digitale ha parlato anche Massimiliano Mazzanti, direttore Centro di ricerca interuniversitario SEEDS, che ha aggiunto: «Anche avere delle mappe potrebbe aiutare in questo processo di transizione, per non dimenticare nessuna area e assecondare le necessità delle singole zone». Conoscere il territorio è fondamentale per agire in direzione della sostenibilità: «Per vincere la sfida della transizione ecologica bisogna istituire un rapporto di fiducia con i territori coinvolti. – ha detto la parlamentare Chiara Braga – Ogni anno quando ISPRA pubblica il rapporto sul consumo di suolo, tutti si stupiscono degli eccessi. Questo dimostra che c’è una carenza di informazione ambientale». «La comunicazione di ISPRA è fondamentale per promuovere una rete tra le regioni. – ha detto il Direttore del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità Marco Martuzzi– La sanità in Italia si esplica troppo a livello regionale, quindi bisogna migliorare la comunicazione nazionale anche per sensibilizzare sul trinomio ambiente-salute-alimentazione, tre settori legati tra loro».

Controlli severi

Comunicare correttamente vuol dire anche sensibilizzare: «In un mondo in cui dal ’95 a oggi dobbiamo ancora organizzare giornate di raccolta dei rifiuti lasciati in spiagge e luoghi pubblici vuol dire che c’è bisogno di sensibilizzazione» ha denunciato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. Anche da questi cattivi comportamenti nascono i disastri ambientali ormai quotidiani. Il parlamentare Tullio Patassini infatti così si è esposto: «Dobbiamo aiutare la natura a essere più positiva con noi. Per farlo è necessario monitorare i comportamenti virtuosi per emularli e controllare quelli scorretti per denunciarli, dai privati alle imprese». Un controllo assiduo sulle grandi aziende al quale auspica persino il presidente di una di loro. Si tratta di Filippo Brandolini, presidente di Herambiente, società di multiservizi italiana: «Sono necessarie strutture di controllo competenti per evitare inadempienze in un mercato fortemente concorrenziale e spesso malvisto quale quello dei rifiuti. Avere un sistema di reportistica dinamico è importante per alimentare la fiducia dei cittadini e per relativizzare l’impatto di una singola iniziativa sugli aspetti più generali». A concludere l’incontro, riprendendo i temi discussi, è stato il direttore generale ISPRA Alessandro Bratti: «Il bilancio realizzato è frutto di dialoghi ed è necessario per capire in quali settori possiamo migliorare. C’è sempre più bisogno di ispezioni ambientali e ispettori ufficialmente riconosciuti per investire al meglio i fondi del PNRR nella transizione ecologica. Per questo speriamo che la burocrazia ci venga incontro».