In data 18 febbraio si è tenuto il Consiglio dei Ministri n. 62 alla presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi, del ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, dell’Economia e delle Finanze Franco e della Transizione Ecologica Cingolani. Tema di discussione è stata l’approvazione di alcuni provvedimenti volti a favorire la ripresa economica italiana e a calmierare il caro bollette con interventi in soccorso della transizione energetica. «Il secondo trimestre di quest’anno, secondo le stime europee, dovrebbe essere un momento di risalita del 4,1% per la nostra economia, con una crescita del tasso occupazionale che, però, non deve tradursi solo in contratti a tempo determinato. Per stimolare tale ripartenza abbiamo deciso di investire 8 miliardi di euro» ha affermato il presidente Draghi. 

I fondi per imprese e famiglie:

I fondi stanziati sfruttano i margini di crescita della finanza pubblica derivanti dallo scorso anno, quando il livello di fabbisogno è stato più basso del previsto, senza alcun scostamento di bilancio. Essi sono volti a estendere alcuni incentivi già esistenti e a investire nel settore energetico e dell’automotive. «I provvedimenti approvati seguono il decreto Sostegni Ter nell’obiettivo di sostenere l’economia in questa fase difficile» spiega il ministro Franco. «I prezzi dell’energia, – continua – che a dicembre hanno raggiunto un record, sono ancora troppo alti e per questo è necessario sostenere famiglie e imprese». Con tale obiettivo 6 degli 8 miliardi suddetti sono destinati al settore gas ed elettricità: «Abbiamo disposto 5 miliardi e mezzo per famiglie, imprese, Regioni e Comuni. Si tratta della stessa somma già assicurata nell’ultimo trimestre del 2021, quando le bollette per le famiglie hanno avuto un aumento di 21 miliardi complessivi rispetto alla fine del 2020. In questo primo trimestre del 2022 invece l’aumento è stato di 15 miliardi e noi stiamo offrendo lo stesso sostegno: questo significa che a fronte di un rincaro minore aumenta la percentuale di aiuto» afferma il ministro Franco. Nello specifico si punta ad azzerare gli oneri per elettricità e gas (1,8 miliardi per le famiglie e 1,2 per le imprese), che hanno un’aliquota al 5%, a confermare l’esenzione per 3,5 milioni di nuclei familiari che hanno reddito basso e godono già di bonus sulle bollette energetiche (400 milioni), a replicare per il prossimo trimestre gli interventi a favore di 4000 imprese energivore(2 miliardi) e a destinare 500 milioni per quelle gasivore. 800 milioni sono destinati a Regioni, Comuni e città metropolitane per servizi pubblici come illuminazione e scuole. 

I fondi per l’automotive:

Degli 8 miliardi di fondi stanziati, una parte è destinata all’industria automobilistica, come spiegato dal ministro Giorgetti: «Nell’ambito della politica industriale agiremo su due fronti: da una parte abbiamo destinato 1 miliardo all’anno per 8 anni al settore dell’automotive così da favorire la produzione di veicoli elettrici e ibridi e avviare un mercato competitivo. Dall’altra, in accordo con il ministro Cingolani, vogliamo stimolare anche l’indotto: non basta incrementare la produzione, ma bisogna anche incentivare i privati all’acquisto. È necessario far crescere la domanda d’acquisto di questi mezzi: l’intervento pubblico è importante, ma è lo ancor di più la volontà privata». 

I fondi per l’energia:

In merito ai fondi destinati al settore energetico, ha preso la parola il ministro Cingolani: «Gli interventi strutturali sono basati su 4 colonne: semplificazione degli impianti di natura rinnovabile (fotovoltaico in primis), aumento della produzione di gas nazionale rispetto all’import, sicurezza degli stoccaggibiocarburanti». Di seguito si riportano i dettagli su queste quattro linee di intervento sulla base di quanto reso noto dal ministro Cingolani durante la conferenza stampa del suddetto consiglio n. 62:

  1. Per il primo punto si mira a semplificare l’espansione dei sistemi fotovoltaici su tutti gli edifici privati e pubblici. L’obiettivo è realizzare impianti di media grandezza con modulo unico semplificato per un autoconsumo fino a 200 kw. Un apposito fondo del Mite aiuterà piccole e medie imprese. Inoltre si punta anche a semplificare la realizzazione di impianti geotermici.
  2. Per quanto concerne il problema dell’importazione del gas, l’Italia consuma 70 miliardi di metri cubi di gas e di questi solo 3,2 sono prodotti da giacimenti italiani, quando 20 anni fa se ne producevano 20 miliardi. Nel tentativo di aumentare la produzione nazionale e diminuire la dipendenza estera, è stata fatta un’analisi dalla quale è emerso che dai giacimenti esistenti (si pensi a “Cassiopea” in Sicilia e alla zona del Ravennate) si possono estrarre altri 2,2 miliardi di metri cubi di gas senza nuove trivellazioni. In questo modo si arriverebbe a 5 miliardi di metri cubi di gas italiano da ridistribuire a prezzi vantaggiosi per le piccole e medie imprese in accordo con il Gestore Servizi Energetici (GSE). Diminuire la dipendenza dal gas russo, nell’attuale situazione critica, sarebbe rassicurante: finora le sanzioni contro la Russia di cui la Commissione Europea sta discutendo non sono dirette sul gas, ma potrebbero avere comunque delle ricadute. «L’Italia, rispetto alla Germania che produce energia dal carbone e alla Francia che ricorre al nucleare, è la maggior consumatrice di gas ed è quindi la più esposta a eventuali effetti collaterali delle sanzioni contro la Russia, per quanto esse siano prese di comune accordo nella UE e non dovrebbero danneggiare i Paesi europei» sottolinea Mario Draghi.
  3. Relativamente agli stoccaggi, l’83% di quelli nazionali è pieno, ma la curva di riempimento è in calo. L’Italia si pone l’obiettivo di avere le riserve sempre piene almeno al 90%, con un riempimento attivo anche durante l’uso dei depositi.
  4. L’ultimo punto, riguardante la ricerca sui biocarburanti, è connesso al settore dell’automotive. Si vuole investire su carburanti in purezza, come quelli all’olio di ricino prodotto in Africa con certificazioni di sostenibilità, che siano compatibili con gli attuali motori a scoppio. Questo potrebbe ridurre le emissioni di COfino al 90% senza imporre cambi immediati di veicoli. Da questo punto di vista l’Italia anticipa quanto imposto dalla direttiva RED II che prevede che entro il 2030 il 16% dei carburanti usati siano sostenibili. Nello specifico il programma nazionale auspica a 200000 tonnellate di biocarburanti prodotte nel 2023 e 50000 all’anno dal 2023 in poi.

Non solo fondi, ma anche bandi:

A conclusione della conferenza, il presidente Draghi si è augurato che non ci si limiti solo a provvedimenti e fondi, ma anche a bandi ministeriali e universitari, la cui efficacia è stata dimostrata dalle cifre record dello scorso anno.