Espon, programma di studi europeo specializzato in analisi regionali, ha osservato quanto incidano localizzazione, clima e incentivi europei nella transizione ecologica ed energetica delle regioni più povere. Dalla ricerca Locate emerge che la buona riuscita degli investimenti dei fondi strutturali europei dipende dalla coerenza tra politiche europee, nazionali e regionali. 

Fondi e politica di coesione:

I ricercatori hanno osservato che le politiche dell’Unione Europea fungono da stimolo per le singole regioni, che apprendono le linee guida dei progetti europei promossi e finanziati e poi procedono autonomamente. Per esempio negli anni 2014-2020 l’UE ha introdotto una quota minima di investimenti green pari al 20% del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) nelle regioni più sviluppate, 15% in quelle in transizione e 12% in quelle meno sviluppate. Questa esortazione è stata un input per Paesi come Polonia, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Croazia, Lettonia e Lituania, che hanno deciso di raddoppiare gli investimenti destinati alla transizione ecologica. È stato osservato che proprio le regioni meno sviluppate stanno beneficiando maggiormente dei fondi assegnati per la svolta verde: questo perché la loro condotta politica stabilisce subito dove e come allocare le risorse ricevute. Nelle regioni più ricche invece la politica di coesione elabora delle priorità nell’agenda politica e ricerca gli interventi energetici regionali potenzialmente più efficaci prima di intervenire.

Potenziale territoriale e investimenti:

L’allocazione dei fondi europei infatti dipende in massima parte dalle strategie nazionali, che variano in base alla struttura economica ed energetica degli Stati. Sono le linee guida delle nazioni a fare la differenza nella svolta ecologica verso un mondo a zero emissioni. A dimostrazione di quanto detto vi è il fatto che regioni con un potenziale alto per fonti energetiche rinnovabili come eolico, idrico e solare non hanno prestazioni altrettanto elevate. I ricercatori hanno osservato che i principali produttori di energia eolica on-shore comprendono alcune regioni a basso potenziale in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio e Romania. Lo stesso vale per l’energia solare, il cui potenziale è alto in Europa meridionale, ma le cui prestazioni maggiori si raggiungono Paesi con poca luce solare quali Germania, Belgio e Svizzera, oltre ad alcune regioni italiane. Per quanto riguarda l’energia idroelettrica, anche se i più alti livelli di potenziale si trovano in Norvegia, Islanda, Svizzera e Spagna, i maggiori tassi di sfruttamento si hanno in Germania, Francia, Italia, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, oltre alla Norvegia.