La riqualificazione energetica residenziale diventa essenziale per le detrazioni fiscali e il valore immobiliare, nell’adozione della direttiva Case Green

La riqualificazione energetica residenziale diventa essenziale per le detrazioni fiscali e il valore immobiliare, nell'adozione della direttiva Case Green

La riqualificazione energetica residenziale è un tema cruciale quando si parla di classe “E” da raggiungere entro il 2030. Specie per la gran parte degli immobili italiani che necessitano di interventi importanti.

Riqualificare costa tempo e denaro. La direttiva UE Casa Green impone infatti, il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici “E” dopo il 2030 e “D” dopo il 2033.

Le attuali indicazioni non ancora definitivamente approvate e probabile oggetto di revisione, invitano gli Stati Membri dell’Unione a dover raggiungere gli obiettivi di riqualificazione energetica secondo le specifiche realtà: edifici residenziali, non residenziali, e quelli di nuova costruzione.

Nello specifico:

Gli edifici residenziali:

  • entro il 2030, il raggiungimento della classe energetica “E”;
  • entro il 2033, il raggiungimento della classe energetica “D”;

I palazzi non residenziali:

  • il raggiungimento della classe energetica “E” prevista entro il 2027;
  • il raggiungimento della classe energetica “D” prevista entro il 2030;

Gli edifici di nuova costruzione:

  • zero emissioni a partire dal 2026 per quelli pubblici;
  • zero emissioni a partire dal 2028, gli altri edifici.
La riqualificazione energetica residenziale diventa essenziale per le detrazioni fiscali e il valore immobiliare, nell'adozione della direttiva Case Green

Quali interventi di riqualificazione energetica residenziale

Sono più d’uno gli interventi che si possono fare per riqualificare un edificio, quali vari tipi di isolamento e coperture, sostituzioni di infissi, serramenti e generatori di calore, adozione di impianti di energia rinnovabile.

Ne dettaglio:

  • l’isolamento della copertura e del solaio per migliorare l’efficienza energetica;
  • la sostituzione dei serramenti per il contenimento delle dispersioni termiche;
  • l’adozione di generatori di calore da fonti rinnovabili;
  • l’utilizzo di schermature solari per il controllo del calore e della luce;
  • l’impiego di sistemi di accumulo di energia rinnovabile e delle colonnine di ricarica elettrica per i veicoli.

Gli immobili vanno riqualificati e certificati

Per verificare la portata della riqualificazione da farsi, diventa necessario effettuare una diagnosi energetica dell’immobile, come disposto dall’art. 16 della Direttiva, e avvalersi degli Attestati di Prestazione Energetica.

L’onorevole Erica Mazzetti, è la firmataria di una proposta di legge “pensata per non frustrare i risparmiatori e i proprietari ma con programmazione e proporzionalità“.

Le proposte intendono:

  • prevedere un complessivo riordino del sistema di incentivazione per la ristrutturazione edilizia in termini di razionalizzazione e semplificazione, tenendo conto delle esperienze maturate in altri Paesi dell’Unione europea. Secondo un modello nel quale l’incentivo sia:
    • direttamente proporzionale ai livelli di efficientamento, sismico o energetico, raggiunti dagli immobili, rispetto a quelli precedenti l’intervento;
    • inversamente proporzionale al reddito del beneficiario con particolare attenzione ai cittadini incapienti e alle prime case;
  • a partire dal 2025, dotare il sistema di incentivazione delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del pacchetto Fit for 55 % per l’edilizia residenziale;
  • intervenire in sede di Unione europea affinché si preveda un incremento di tali risorse, coordinandone l’utilizzo con ulteriori risorse nazionali disponibili.

Secondo l’ANSA, la seduta finale del negoziato Ue sulla direttiva per l’efficienza energetica degli edifici si svolgerà il 7 dicembre.